Bologna, l'evaso che predicava la Jihad è passato da qui

Avrebbe fatto tappa in città il tunisino evaso da Opera e catturato a Palermo. Sotto le Due Torri era a capo di una feroce banda di spacciatori

Ben Mohamed Ayari Borhane, l'evaso catturato a Palermo

Ben Mohamed Ayari Borhane, l'evaso catturato a Palermo

Bologna, 27 maggio 2018 - E’ stato catturato ieri sera a Palermo mentre stava per imbarcarsi su un traghetto diretto in Tunisia, utilizzando un passaporto falso, Ben Mohamed Ayari Borhane, il tunisino di 43 anni evaso il 18 maggio scorso dall’ospedale Fatebenefratelli. Il nordafricano, detenuto nel carcere milanese di Opera, era stato ricoverato perché sosteneva di avere ingerito una lametta. Stava scontando una pena fino al 2032 in base a un ordine di carcerazione della Procura di Bologna, in seguito a una condanna per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio.

Era stato catturato dalla squadra mobile di Bologna a ottobre del 2012 insieme al fratello Youssef perché capeggiava una banda di feroci spacciatori che controllava lo smercio di cocaina in zona Fiera, controllando il territorio con metodi brutali. Rissoso e spietato, si era fatto notare anche al carcere della Dozza per il suo carattere violento. Dal 2014 era considerato un soggetto ad alto rischio perché dietro le sbarre si era radicalizzato, autoproclamandosi Imam e predicando la Jihad.

Per tutte queste ragioni la sua fuga aveva destato particolare preoccupazione ed erano state allertate le forze dell’ordine anche sotto le Due Torri, dove si temeva potesse tornare per cercare appoggi tra i vecchi sodali. E infatti proprio il capoluogo emiliano, stando ai primi accertamenti, sarebbe stato la prima tappa del fuggiasco, mentre proseguono le verifiche per accertare di quali appoggi abbia goduto e dove si sia procurato il passaporto falso che aveva con sé.

 Il Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria lo ha però bloccato ieri nel capoluogo siciliano, dove si trovava presumibilmente dal 20 maggio. Dietro lo sportello della biglietteria a cui si è rivolto il tunisino c’era in realtà un agente del Nic, ed altri erano appostati tutto attorno, per essere certi che non potesse ancora una volta sfuggire alla galera. Vistosi scoperto, Borhane ha allora esclamato, rivolto agli agenti: "Complimenti, ma come avete fatto?". La risposta sta in una capilalre attività investigativa che, prima di condurre all'arresto, aveva interressato anchen un piccolo paese del Fermano, Petrioli, dove Borhane ah vissuto per molti anni con la moglie italiana e con la figlia.

 

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