Mario Draghi a Bologna, centro blindato. Il corteo dei collettivi fa flop

Nemmeno quaranta gli antagonisti che hanno sfilato in centro. Nessun momento di tensione

Mario Draghi, laurea ad honorem. A destra la protesta dei collettivi

Mario Draghi, laurea ad honorem. A destra la protesta dei collettivi

Bologna, 22 febbraio 2019 - Tre sigle per un totale di ben trentasette persone. Non c’era proprio nessun arrosto dietro al fumo alimentato per giorni dai collettivi antagonisti. Che da due settimane almeno annunciavano lotta e contestazione durissima al governatore della Bce Mario Draghi, insignito in città della laurea ad honorem in Giurisprudenza. Annunci a cui ha fatto seguito soltanto una passeggiata di un’oretta scarsa in centro, con due o tre fumogeni accesi, un paio di striscioni e, ciliegina finale, una laurea preparata ad hoc e poi affissa sul muro esterno del Rettorato.  Andando per ordine, la contestazione era annunciata a partire dalle 15, luogo di ritrovo degli antagonisti la consueta piazza Verdi. Qui, alle 16, si erano radunati una trentina di ragazzi. Anzi, a conti quasi precisi, venti attivisti del Collettivo autonomo universitario, capofila della protesta; una decina della rete ‘Noi restiamo’; e sette di Hobo. Alle 16,30, dopo aver caricato amplificatori, generatori e secchi di colla su un carrello della spesa, i ragazzi hanno deciso di muoversi in corteo, scortati dalla Digos e dai carabinieri del Nucleo informativo. 

Lo scopo era ovviamente raggiungere via Castiglione, dove era in corso, nell’Aula Magna di Santa Lucia, la cerimonia. E la ‘Via Crucis’, anche piuttosto rapida, scandita da slogan e cori contro i tagli all’università e l’austerity, ha visto molte meno delle consuete quattordici stazioni, fermandosi soltanto un paio di volte in via Farini, di fronte al cordone del Reparto mobile, a presidio e chiusura di tutte le vie d’accesso a via Castiglione.

Per contenere trentasette antagonisti c’erano circa centocinquanta uomini in servizio d’ordine. E non hanno dovuto fare niente se non osservare la situazione e ascoltare i cori di contestazione. Tutto è filato liscio, senza neppure un alito di tensione nell’aria.

Gli unici ad agitarsi, sono stati gli automobilisti fermi in coda, per una decina di minuti, in via Farini, con i manifestanti in mezzo alla strada a bloccare il traffico. Nervosismo e ‘clacsonate’. Fino a che la processione è ripartita verso la zona universitaria, dove alle 17,45 s’è celebrata l’ultima stazione, di fronte al 38 di via Zamboni, sede del Rettorato. Nascosti da uno striscione e dal fumo verde di un fumogeno, i ragazzi hanno incollato sul muro la loro personale laurea magistrale realizzata per Draghi, conseguita in ‘tagli e austerità’. A processione finita, sono andati tutti in pace. 

 

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