Bologna, il passaporto digitale del principe Carlo e Federico Marchetti

Il papà di Yoox e poi di Y-nap, ora presidente della Fashion Taskforce dell’erede al trono di Londra, lancia il passaporto digitale.

Federico Marchetti, fondatore di Yoox

Federico Marchetti, fondatore di Yoox

Bologna, 31 ottobre 2021 - Dall’ormai leggendario garage di Casalecchio al G20 dei potenti, da Roma al mondo. Nel nome della moda sostenibile e di Carlo, il principe di Galles. Federico Marchetti, il papà di Yoox (colosso delle vendite di lusso online, nato a pochi metri dal Reno) e poi di Y-nap, ora presidente della Fashion Taskforce dell’erede al trono di Londra (Armani, Mulberry, Zalando, Cucinelli, Vestiaire Collective, Burberry, Stella McCartney) lancia il passaporto digitale.

Una novità all’interno dei marchi per accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile per l’industria globale della moda. E non è un caso che tutto sia partito da qui, da Bologna, venti e passa anni fa.Un po’ per il ruolo centrale di Bologna in Italia e in Europa, un po’ per le innumerevoli esperienze legate alla moda che sotto le Torri sono fiorite negli anni (da Les Copains alla Perla fino a Elisabetta Franchi e ai tanti buyer centrali nella scena), un po’ perché qui c’è il 21% della capacità di calcolo europea.

Dare ai prodotti fisici di moda un Passaporto Digitale, permetterà a produttori, marchi, retailer, piattaforme online e reseller di fornire una trasparenza e una tracciabilità senza precedenti ai prodotti che vendono. Potrà anche dar vita a nuovi servizi circolari per i clienti, come la cura e la riparazione, così come quelli focalizzati sulla rivendita e il riciclo. L’obiettivo finale è quello di fornire ai clienti l’accesso a informazioni credibili su come i prodotti sono progettati, fabbricati e distribuiti, e quindi, metterli in grado di fare scelte di acquisto più sostenibili.

Dice Marchetti, presidente della Fashion Taskforce: "Il tempo delle chiacchiere è finito. Sono davvero felice di essere riuscito a mettere insieme questo incredibile gruppo di aziende e dei loro leader che riconoscono che non c’è più tempo da perdere nella transizione del settore verso un futuro più trasparente e sostenibile. Il Passaporto Digitale offre una reale possibilità ai clienti di fare scelte veramente sostenibili quando acquistano prodotti di moda". A Roma per il G20, nella residenza dell’ambasciatore britannico, il principe del Galles ha detto della Fashion Taskforce: "Le persone hanno il diritto di sapere se ciò che acquistano è creato in modo sostenibile ed è fondamentale dire loro se si crede veramente nei principi condivisi di trasparenza, responsabilità e conseguenti misure di attuazione. La moda è uno dei settori più inquinanti al mondo, ma questo Passaporto Digitale mostra come il business si sia impegnato in un cambiamento significativo e misurabile". Da Elgin a Noon.com, da Chloé a Selfridges, la rivoluzione è già in corso. In un’epoca in cui tanto si parla di transizione ecologica e poco si fa, beh, questo è un primo vero passo. Con grande falcata.

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