Festini sui Colli a Bologna, il silenzio delle ragazzine

Le parti lese, ascoltate dai carabinieri, non superano la loro reticenza: per loro gli ‘amici’ non avrebbero commesso reati

L’inchiesta dei festini tra adolescenti sui Colli è condotta dai carabinieri

L’inchiesta dei festini tra adolescenti sui Colli è condotta dai carabinieri

Bologna, 20 ottobre 2021 - Una vicenda delicatissima da dipanare. E complessa, vista anche la reticenza, delle stesse parti lese, a raccontare quello che accadeva nelle feste tra adolescenti sui Colli, tra sballo e sesso. Per i carabinieri della compagnia Bologna centro, che stanno ascoltando le giovanissime protagoniste di quegli incontri fuori dall’ordinario adolescenziale (cinque ragazzine, tra i 15 e i 18 anni), un lavoro impegnativo penetrare le resistenze delle studentesse, a volte incapaci di individuare, come reati, le condotte dei loro ‘amici’. I ragazzi, cioè, che portavano gli stupefacenti - droghe sintetiche, marijuana, ma anche cocaina - alle feste, organizzate pure durante il lockdown. Tanto che, per evitare i controlli, spesso a portare la coca a domicilio era un quarantacinquenne, conducente di auto blu. Lui, che solitamente portava a scuola una delle ragazzine, secondo la Procura si sarebbe attivato anche per consegnare la droga alle feste, sfruttando il suo lavoro, visto che durante le notti dello scorso inverno, le auto blu potevano circolare senza il rischio di essere controllate.

Aggiornamento Festini Bologna, una minorenne: "Sui colli tra fumo, cocaina e sesso"

Festini sui colli Bologna: sesso e droga. Ecco il 'manuale' delle serate proibite - Baby prostituzione a Bologna, un imprenditore tra gli indagati L’uomo è uno dei cinque indagati in questa complessa indagine, che tende ad allargarsi alla ricerca dei veri pusher: difeso dall’avvocato Donata Malmusi, risponde di cessione di stupefacenti a minori e induzione alla prostituzione. Di cessione risponde anche un neodiciottenne, difeso dall’avvocato Salvatore Santagata, amico del fidanzatino della ragazzina dalla cui denuncia è partita tutta l’inchiesta. Il ragazzo, già a luglio scorso, ancora minorenne, era stato perquisito e i carabinieri avevano sequestrato il suo cellulare. Venerdì, una nuova perquisizione, questa volta richiesta dalla Procura ordinaria, con un ennesimo sequestro.

L’obiettivo dei militari dell’Arma, attraverso l’analisi del mareriale informatico, è capire la dimensione di queste serate, soprattutto cercando di individuare chi fosse a rifornire i ragazzi (ma anche i due adulti al momento nel registro degli indagati) della droga da portare alle serate. Tra i cinque indagati, ci sono altri due neomaggiorenni: il fidanzatino della prima vittima emersa, difeso da Roberto Bruzzi, era stato il primo ad attirare l’attenzione degli inquirenti; l’altro, difeso da Manrico Bonetti, fa parte anche lui della ‘combriccola’ che si ritrovava nelle serate oltre il limite. L’ultimo indagato (il legale è Michela Zucchelli) è un po’ più grande e la sua posizione, come quella dell’autista, è più complessa da inserire in un contesto di minorenni in cerca di sballo a tutti i costi.

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