Finardi: "La mia pratica pop di guarigione"

Stasera il live a San Giovanni in Persiceto con il nuovo lavoro ’Euphonia’: "Un’ora e mezza di musica ininterrotta, come una suite"

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di Pierfrancesco Pacoda

Musica meditativa, capace di portare in un diverso, piacevole, stato di coscienza, avvolgendo l’ascoltatore con una lunga successione di melodie, che rivelano frammenti di canzoni che hanno fatto la storia del pop italiano. E’ un esperimento, quello che Eugenio Finardi mette in scena stasera al Teatro Fanin di San Giovanni in Persiceto (ore 21), dove presenta il suo nuovo lavoro Euphonia.

Finardi, lei è uno de protagonisti del rock italiano più travolgente. Un linguaggio molto diverso da quello di Euphonia. "Con Euphonia ho provato a diluire una carriera iniziata negli 70 e chiaramente ispirata al rock anglosassone, all’interno di una dimensione maggiormente spirituale, abbandonando, per una volta, chitarre e batterie, per costruire un ambiente etereo, rarefatto, grazie ai fiati di Raffaele Casarano e al pianoforte di Mirko Signorile. Euphonia è un flusso ininterrotto che deve essere gustato come fosse una composizione unica, un universo che ci accoglie, al quale lasciarsi andare".

Il concerto,come il disco, è caratterizzato da una lunga suite.

"Eseguiremo oltre un’ora di musica ininterrotta, dalla quale verranno a galla, perché ascoltarla sarà come fluttuare nell’acqua, tanti brani che ho scritto nel corso degli anni, da Extraterreste a La Radio, da Le ragazze di Osaka a Soweto. Parole immediatamente riconoscibili, che si trasformeranno in suono, un contrappunto alle arie eseguite dai due musicisti. Tutto, specie dal vivo, in una atmosfera dove trova largo spazio l’improvvisazione, a volte Casarano e Signorile scoprono sentieri inesplorati e li prendiamo, spesso senza sapere come torneremo indietro". Canterà anche altri classici della canzone italiana?

"In Euphonia ci sono due omaggi a due musicisti che considero dei maestri. Uno è Ivano Fossati, del quale interpreto Una notte in Italia, uno di quei brani che ha la capacità, ogni volta che lo ascolto, di destabilizzare i miei sentimenti: è la canzone che avrei sempre voluto scrivere e che Ivano ha scritto"

E l’altro?

"Franco Battiato. Con ‘Oceano di silenzio, che canto in Euphonia, ha raggiunto le vette della sua ricerca sul rapporto tra musica e spiritualità, che è il tema intorno al quale gravita lo spettacolo. Questo interesse ci accomunava, per me è la perfezione dell’Universo l’essenza della spirito, ed è la scienza, il suo interrogarsi sul futuro che ci aspetta, ad affascinarmi".

Euphonia come terapia?

"Sicuramente come pratica pop di guarigione. Sono convinto dell’effetto benefico che la musica ha sui nostri stati d’animo e mi piace pensare che il mio concerto possa essere una piccola pratica di trascendenza, renderci un po’ migliori, portare benessere. E’ un percorso che ci fa sentire, per il tempo del concerto, parte della stessa comunità, liberati, almeno per la sua durata, dagli affanni della quotidianità. Una ‘alterazione’ positiva della quale, in tempi complessi come questi, abbiamo tutti bisogno"

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