NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Incidente mortale a Bologna, chi è la vittima dello schianto in moto

Giorgio Navarra aveva 49 anni. Fu sospettato e poi scagionato per i fatti della Uno bianca

Bologna, Giorgio Navarra è morto in un incidente stradale

Bologna, Giorgio Navarra è morto in un incidente stradale

Bologna, 2 dicembre 2018 - Giorgio Navarra, per chi conosce un po’ di storia criminale bolognese, non è certo uno qualunque. Pilastrino della prima ora, cresciuto in via Deledda, era stato amico e compare dei Santagata, in una carriera da rapinatore che, dalla fine degli anni ’80, era proseguita fino all’ultimo arresto, ad agosto 2015, durante un colpo in banca a Casalecchio. Un’esistenza passata a rischiare la vita, a scappare da carabinieri e polizia, conclusasi l’altra sera, nel modo più triste e banale.

Erano da poco passate le 18,15. Navarra, 49 anni, palermitano di origine, era a bordo del suo scooter Honda, in via Caduti di Casteldebole, e si dirigeva verso viale Salvemini. All’altezza di via Bottonelli, una Fiat guidata da una ragazza, che viaggiava nella direzione opposta, ha svoltato a sinistra, travolgendo lo scooter di Navarra. Un impatto violentissimo, con l’Honda che, dopo aver strisciato per metri sull’asfalto, si è andato a incastrare sotto la pensilina del bus. L’allarme è stato dato immediatamente, ma quando i sanitari del 118 sono arrivati le condizioni di Navarra sono apparse subito gravissime. Il quarantanovenne è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Maggiore, ma è morto pochi minuti dopo essere arrivato in pronto soccorso. Intanto, in via Caduti di Casteldebole era intervenuta la municipale, che ha effettuato i rilievi e ricostruito la dinamica dell’incidente mortale.

Navarra lascia moglie e figli piccoli. La sua storia, in città, era legata a doppio filo con la mala del Pilastro. Nel 1988, ancora diciannovenne, era stato arrestato assieme a un complice dopo aver messo a segno un furto nella filiale di una banca modenese. I due si erano calati dal tetto e avevano forato la cassaforte, ma era arrivata la polizia. Ed erano finiti in manette. Da lì in poi la sua era stata una vita fatta di rapine, colpi ai bancomat e arresti. Entrando e uscendo dalla Dozza, negli anni in cui la banda della Uno Bianca dei Savi insanguinava Bologna. E quando ancora non si sapeva che dietro quella scia di morte ci fossero poliziotti, anche Navarra era stato sfiorato dall’interesse degli inquirenti. Era il 1992 e il nucleo operativo dei carabinieri aveva decapitato la banda del parà Damiano Bechis. Navarra si era salvato dal blitz: latitante, era stato arrestato pochi giorni dopo per un diverbio con un automobilista. In Questura aveva dato il nome del fratello gemello, ma le impronte lo avevano incastrato. La storia per quell’orrore lo ha scagionato: con i morti dell’Uno bianca Navarra non c’entrava niente, come neppure i Santagata. Era un semplice rapinatore. Ed è morto da semplice uomo.

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