Gli amici: "I discorsi sul demonio li faceva da un pezzo"

Il racconto di alcuni adolescenti che hanno conosciuto l’assassino: "Non gli abbiamo mai creduto, lui è sempre stato un tipo tranquillo"

I momenti drammatici delle ricerche nei giorni scorsi della quindicenne Chiara Gualzetti

I momenti drammatici delle ricerche nei giorni scorsi della quindicenne Chiara Gualzetti

Il via vai di ragazzini nella piazza di Castello di Serravalle è continuo. Nuvole di adolescenti a piedi e in mountain bike sciamano tra la scuola e la sede della Pubblica Assistenza.

Omicidio di Chiara: il killer isolato al Pratello. La cella, la tv, il silenzio

La vetrina del centro di aggregazione giovanile nato dopo l’omicidio dell’altro sedicenne, Giuseppe Balboni, è spenta da tempo. Le attività dell’associazione ‘Gli amici di Balbo’ sono sospese per Covid, dovevano riprendere in questi giorni ma dopo questo altro lutto sono state rinviate.

"Anche ‘lui’ ha frequentato questo centro e io ci sono entrato su suo invito", dice un quattordicenne che si stacca per un momento dal suo gruppetto. Il ‘lui’ non ha bisogno di essere indicato con nome e cognome, è l’omicida reo confesso di Chiara Gualzetti.

Ed è anche il titolare del profilo Instagram che continua ad accumulare insulti e minacce in apparente impunità: "C’è un clima di odio e di violenza che dopo l’omicidio si è scatenato contro il ragazzo e contro tutta la famiglia...", commenta una mamma che ha appena parcheggiato davanti all’ex municipio.

A distanza di tre anni dall’omicidio Balboni sono sempre la droga e i centri di spaccio più o meno noti che aleggiano nei discorsi tra coetanei.

Chi l’ha conosciuto bene non smette di stupirsi: "I discorsi sul demonio li faceva da un pezzo, ma sembrava anche un repertorio di libri di questo genere. Noi non ci abbiamo creduto anche perché qui è sempre stato tranquillo", spiega un quattordicenne.

Poco distante, al bar che frequenta anche il padre del killer, si ricordano bene di lui: "Veniva in compagnia di un amico, giocavano a biliardino e poi, finita la partita, erano sempre col cellulare in mano. Non hanno mai dato fastidio a nessuno. Si fa fatica a credere che sia stato capace di tanto", commenta un avventore.

Gabriele Mignardi

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