Gualmini: "Il Pd deve allargarsi Bonaccini è il nome più trasversale"

L’eurodeputata: "Sciogliere i dem? Assurdo. Ma non possiamo limitarci ad essere il partito dei diritti"

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di Rosalba Carbutti

"Sciogliere il Pd, distruggerlo e annientarlo è assurdo. Pensiamo a rifondarlo e fare in modo che diventi un partito capace di allargarsi". Elisabetta Gualmini, eurodeputata, già vicepresidente della regione Emilia-Romagna, analizza la sconfitta dem e guarda al congresso che verrà.

Crede che sia il momento di andare oltre il Pd?

"Calma. Abbiamo perso, ma era una sconfitta già scritta. E smettiamola con la narrazione che il Paese si è spostato a destra. Non c’è alcuno scenario apocalittico, il blocco di voti del centrodestra è sempre uguale: stesso numero di voti, ma con un travaso interno alla coalizione. Il problema vero? Da una parte c’era una coalizione, dall’altra il Pd con tre o quattro cespugli".

La sconfitta giustifica tutta questa rivoluzione tra i dem?

"Pensare di sciogliere il Pd è surreale. E prima di criticare il nostro partito sarei cauta. Ciò che va fatto è affrontare una fase di ricostruzione e riflessione. Il vero problema del nostro partito è che non allarga. Per questo non possiamo limitarci a diventare il partito dei diritti, per quanto fondamentali, e lo dice una che tutti i giorni in Ue combatte per questo. Servono parole d’ordine nuove perché siamo in una fase di crisi economica e sociale in cui dobbiamo parlare al ceto produttivo e ai lavoratori".

I diritti, però, mobilitano...

"Sì, scaldano gli animi e polarizzano, ma in un ciclo storico di quasi-recessione dobbiamo guardare tanti mondi diversi, muoverci in modo trasversale guardando ai piccoli e medi imprenditori, agli operai e anche ai giovani precari".

Il cambio di nome non basta?

"La lettera di Letta è condivisibile. Ma prima di un cambio di nome, mi preoccuperei della visione, della strategia, della piattaforma del Pd. Ciò che conta è non fare un congresso sui nomi, ma neanche sulle alleanze".

Ogni giorno arrivano nuova candidatura, sebbene il derby pare tra Bonaccini e Schlein.

"Sono due personalità importanti che però sinora non hanno sciolto le riserve. Credo che ne sapremo di più giovedì, dopo la Direzione nazionale del Pd. Di certo, trovo meraviglioso che entrambi vengano dall’Emilia-Romagna, la regione che amo... E mi fa piacere che la mia regione dia lustro al Pd".

Tra i due su chi punterà?

"Credo che Bonaccini se ufficializzasse la candidatura possa allargare il campo, penso sia una candidatura più trasversale".

Per Euromedia Research Schlein convince più nel Pd, Bonaccini fuori...

"Non commento i sondaggi sulle primarie. Sono molto difficili da fare ed è troppo presto".

La divisione riformisti-sinistra porterà a una scissione?

"No, va ricostruito un partito forte e progressista che possa espandersi, non restringersi".

Resta il dibattito: allearsi col Terzo Polo o il M5s?

"I flussi elettorali dell’Istituto Cattaneo ci spiegano che non c’è stata sovrapposizione tra Pd e M5s. E che gli elettori dem non sono andati verso i 5 Stelle, ma più verso il Terzo Polo. Quindi coi 5Stelle è importante dialogare proprio perché non pare si rischino doppioni, anzi. E la loro agenda sociale va apprezzata. Così come bisogna dialogare con le forze più moderate, per allargare e non chiudersi. Ma ora siamo all’opposizione e stare con Renzi e Calenda o col M5s non è la priorità. Va ritrovata l’anima di un partito progressista che parli di economia, salari, ambiente, i temi che stanno più a cuore a famiglie e cittadini".

Le ha dato fastidio l’affondo della sardina Santori sul Pd?

"Chiunque può dire la sua, anche se non ha la tessera Pd. Sono affezionata al mio partito e mi dispiace se qualcuno lo attacca. Ma le critiche ci stanno ...".

Guardando al futuro, c’è chi dice che dopo Bruxelles potrebbe tornare in Emilia-Romagna. Per guidarla.

"È ancora molto presto, ad oggi sono impegnata a 360 gradi in Europa...".

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