Idoneità sportiva, odissea per le visite

Attesa per il bando indetto dall’Ausl, ma intanto i ragazzi devono recarsi fino a Bologna: "Non resta che rivolgersi ai privati"

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di Massimo Selleri

In montagna non è ancora possibile rivolgersi all’Ausl per svolgere la visita medica relativa all’idoneità alla pratica sportiva. Il servizi di Porretta Terme e di Vergato risultano sempre sospesi e se l’anno scorso questo disservizio era imputabile al fatto che i medici erano impiegati nella campagna vaccinale, quest’anno il problema si iscrive in una questione più generale e che riguarda tutto il distretto: i professionisti abilitati alle diverse specializzazioni, dal campo sportivo a quello dell’emergenza, sono pochi e la maggior parte preferisce esercitare in città. L’azienda sanitaria fa sapere di aver indetto un bando a tempo determinato rinnovabile e ne sta attendendo l’esito, ma le carte non risolvono il nodo della mancanza di medici disponibili. "I nostri ragazzi – spiega Rossella Guidoboni dell’associazione la Trottola – sono costretti o a recarsi a Bologna o a Casalecchio, oppure devono rivolgersi alle strutture private. Le due opzioni non garantiscono comunque una scelta rapida perché gli ambulatori sono spesso ingolfati. A questo tempo di attesa bisogna aggiungere il fatto che spesso sono i genitori a doverli accompagnare e che i minorenni che si rivolgono al privato perdono il diritto alla gratuità. Per attenuare il disagio basterebbe che venisse rimborsato il costo della visita a chi non pagherebbe nulla se utilizzasse le strutture pubbliche".

Vi sono famiglie che hanno risolto il problema uscendo dalla regione e recandosi a Pistoia per avere una data certa e consentire ai figli di iniziare regolarmente l’attività dato che alcune federazioni, come il calcio, hanno già fatto partire anche i campionati giovanili. Anche per iniziativa di Fratelli d’Italia, la questione sarà comunque discussa nei diversi tavoli istituzionali. "Deve essere chiaro come l’assenza di queste prestazioni congestiona i presidi ospedalieri che le erogano – spiega l’esponente di Fdl Marta Evangelisti – e non consente di evadere tempestivamente le molteplici richieste. Sono fermamente convinta che la sanità debba restare in mano pubblica, ma moti sono i segnali che fanno pensare che questa regione voglia creare le condizioni per indirizzare il maggior numero di prestazioni fuori assistenza, per questo promuoveremo una serie di atti di sindacato ispettivo interpellando la Città Metropolitana, la regione e se, necessario, il nuovo governo quando sarà formato".

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