Mario Marchesini morto, è la quinta vittima dell'incidente di Amola

Dopo 54 giorni di agonia il pensionato di 69 anni rimasto ferito davanti al bar non ce l'ha fatta

L'incidente di Amola e nel riquadro Mario Marchesini

L'incidente di Amola e nel riquadro Mario Marchesini

Crevalcore (Bologna), 1 agosto 2020 - Sale a cinque il bilancio dei morti dell’incidente di Amola a Crevalcore del 6 giugno scorso. Dopo 54 giorni di agonia e diversi interventi subiti, ha perso la vita, l’altro giorno, Mario Marchesini, il 69enne, che la notte in cui si sono schiantate due auto, era seduto ai tavolini del bar sulla provinciale 568. L’uomo, agricoltore in pensione, era rimasto gravemente ferito a causa dei frammenti delle lamiere volate via dalle auto e, probabilmente, era stato colpito anche dai pezzi delle fioriere davanti al locale.

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Difficile ricostruire, anche dopo tanti giorni, la dinamica di un sinistro così cruento. La notte dello schianto tra una Peugeot 106 e una Bmw, avevano perso la vita i gemelli Yosri e Yasser Souaaieh e Ben Belgacem Nadhem, 20 e 21 anni, e la piccola Jessica Galantino di 9 anni, residente a Malalbergo. Una tragedia, che ha scosso gli animi di chi quella sera ha assistito all’incidente mortale. Lo stesso sindaco di Crevalcore Marco Martelli ha ripetuto più volte che "sarà difficile dimenticare quanto accaduto per l’intera comunità". L’ultimo lutto di Mario Marchesini, oltre ad addolorare una famiglia, ha rattristato i tanti amici dell’uomo, stimato e rispettato da tutti.

Il figlio Matteo lo ricorda: "Era un appassionato di mezzi militari, che lui restaurava. Era il suo hobby. Dopo l’incidente, ha subito diversi interventi ed è stato in coma farmacologico. La scorsa settimana, nei brevi momenti di lucidità, sono riuscito a parlargli. Apriva a stento gli occhi. Del resto, le visite erano a tempo e i familiari potevano entrare uno alla volta. Ovviamente anche mia madre e mia sorella gli sono state vicino nel limite delle regole. Le sue condizioni sono peggiorate e non c’è stato nulla da fare, nonostante i tentativi di salvarlo". All’inizio anche i medici erano fiduciosi che Marchesini potesse farcela, ma le gravi ferite riportate dopo l’incidente, non gli hanno lasciato scampo.

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La passione del 69enne erano i mezzi militari, che lui, con arte e maestria, riusciva a riportare alla vita: "Ne ha ristrutturati un paio – sottolinea Matteo –, ed era solito passare con il mezzo ristrutturato in occasione di ricorrenze e celebrazioni". Gli fa eco il sindaco di Crevalcore Marco Martelli, che a nome di tutta l’amministrazione comunale, esprime le condoglianze alla famiglia di Marchesini: "Ci addolora molto venire a conoscenza della scomparsa di Mario – sottolinea il primo cittadino –. Lo conoscevo personalmente, in quanto partecipava sempre alla parata del 2 giugno con i mezzi militari. Lui ne aveva uno molto bello, che aveva ristrutturato con le sue mani. Un incidente terribile quello del 6 giugno scorso che con Marchesini fa salire a cinque i lutti e che, a Crevalcore, ha purtroppo lasciato un segno indelebile".  

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