Bologna, 26 luglio 2018 – «Il cda, in forma unanime, esprime un orientamento favorevole alla rivisitazione complessiva delle indennità, ritenendo in particolare congrua una indennità di carica per il Magnifico Rettore nella fascia 50/60.000 euro lordo percipiente, e auspicando la rivisitazione delle ulteriori indennità alla luce dei dati omologhi relativi agli altri Atenei», così recita il verbale dell’ultimo consiglio d’amministrazione dell’Ateneo. In università, evidentemente, non è più tempo di tirare la cinghia. E il board dell’Alma Mater, nella riunione di martedì sera, ha concesso l’aumento al rettore, Francesco Ubertini, che del consiglio di cui sopra è il primo componente. L’indennità del Magnifico passa dagli attuali 16.200 euro a una cifra tra i 50 e i 60mila euro.
Il punto 148 dell’ultimo consiglio è ancora «da verbalizzare» perché i consiglieri non erano in possesso della delibera. Ma il dado della decisione politica è stato tratto; ora non resta che aspettare la fine della pausa estiva per mettere nero su bianco l’impennata della magnifica indennità e la fine dell’austerità in rettorato. I compensi del rettore e di tutte le altre figure apicali erano state tagliati pesantemente nel mandato di Ivano Dionigi. L’ultima sforbiciata del 10% aveva fatto arrivare il salario del Magnifico a 16.200 euro lordi. L’indennità del prorettore vicario era stata stabilita in 9.000 euro lordi mentre quelle degli omologhi bolognesi e delle sedi di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini viaggiavano sui 7.650 euro lordi.
Poi il vento è cambiato. Lo scorso novembre, recita la ricognizione approvata dai consiglieri, «all’interno del cda è stata avanzata la proposta di adeguamento dell’importo dell’indennità di carica per il Magnifico Rettore, ritenuta del tutto insufficiente rispetto all’importanza e alla complessità del ruolo, rapportandolo ai livelli medi delle università italiane». Dopo la fase di studio affidata alla direzione generale e ai vari settori martedì è arrivato il momento del voto per il punto 148 dell’ordine del giorno. Vale a dire «la rivisitazione delle indennità di carica e dei gettoni per la partecipazione agli organi». Come detto i consiglieri hanno dato il via libera all’unanimità. E dopo il ritocco all’indennità del rettore è probabile che arrivi anche quella per le altre figure apicali dell’Ateneo. Una decisione che rischia di scatenare un putiferio nell’Ateneo che qualche mese ha deciso di aumentare le tasse per gli studenti con un Isee tra i 45mila e i 60mila euro. Una misura necessaria dopo il buco da 15 milioni nei contribuiti studenteschi.