ANDREA BONZI
Cronaca

La Cineteca per il Paese. Al via la digitalizzazione dell’archivio della Rai: "Opera fondamentale"

L’Immagine Ritrovata al lavoro su audio, video e foto dal 1952 al 1985. La sottosegretaria Lucia Borgonzoni: "Un progetto preziosissimo. Così si tutela un tassello importante della storia nazionale".

La Cineteca per il Paese. Al via la digitalizzazione dell’archivio della Rai: "Opera fondamentale"

La Cineteca per il Paese. Al via la digitalizzazione dell’archivio della Rai: "Opera fondamentale"

"Un progetto attraverso il quale si tutela un tassello importante del patrimonio audio, video e fotografico della Rai e del nostro Paese". Così Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura del governo Meloni, al termine della visita al laboratorio della Cineteca, impegnato nella digitalizzazione di un vastissimo archivio Rai risalente al periodo tra 1952 e 1985. L’Immagine Ritrovata ha infatti vinto un bando, insieme alla società Augustus Color, e da febbraio ha iniziato il processo di digitalizzazione, partendo dalle pellicole a 16 millimetri (gli altri formati magnetici, paradossalmente, rischiano un deperimento ancora maggiore).

Il bando pubblico triennale vale 10 milioni di euro, ma non è l’unico numero impressionante: sul tavolo degli specialisti del laboratorio della Cineteca, infatti, passeranno 36mila ore di girato, per la quasi totalità servizi dei telegiornali (inizialmente muti), divisi in 28mila ‘accorpati’ (termine tecnico per le ‘pizze’ con più filmati uno dietro l’altro), con 55 persone (30 sotto le Due Torri, 25 a Roma) impegnate nella loro digitalizzazione. Il materiale sarà poi conservato a Torino, che vuole diventare un po’ il polo hi-tech della Rai, che ne indicizzerà i contenuti per renderli poi fruibili a tutti gli effetti negli archivi (anche online) dell’azienda.

"A Cinecittà è conservata tutta la parte prima del 1952 – spiega Borgonzoni –, così si rischiava di avere un ‘buco’ di informazioni, che oggi sono preziosissime, oltre che storicamente molto interessanti". A lanciare l’allarme sul veloce deperimento del patrimonio delle Teche Rai è stato il direttore Andrea Sassano, con il bando ci si è rivolti alle strutture tecniche private migliori del Paese per raggiungere un traguardo altrimenti difficilmente raggiungibile. "Immaginate un’azienda di moda che abbia perso i modelli degli anni Sessanta e Settanta – continua Borgonzoni -, qui può ricostruirli guardando i filmati. E ci sono filmati che hanno anche un valore di mercato".

Sul video del 1954 che viene mostrato alla sottosegretaria, alla presenza di Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca, e di Davide Pozzi, direttore dell’Immagine Ritrovata, scorrono i volti di Marcello Mastroianni, impegnato nel backstage del semisconosciuto La principessa delle Canarie, con Silvana Pampanini, uno sketch di Alberto Sordi girato alla stazione. E ancora, i palazzi senatorii di Bologna, con scorci d’epoca delle vie Cartolerie e Galliera. Il lavoro dei professionisti della Cineteca mescola manualità (l’utilizzo dei cotton fioc e delle forbici per le pellicole) e tecnologia avanzata (l’uso ‘eticamente corretto’ dell’Intelligenza artificiale per colmare le imperfezioni sul supporto digitale, ma anche le tecniche di essiccazione o ammorbidimento per lavorare pellicole ritenute ‘irrecuperabili’), il risultato è spesso sbalorditivo.

"Tanti di questi filmati anni Cinquanta siamo abituati a vederli molto danneggiati, qui invece la qualità è molto buona – spiega Farinelli –. Questo è un bellissimo progetto per la conservazione della memoria storica del Novecento".