
La ragazza di Bader piange insieme a un’amica la morte del fidanzato in via Colombi
"Quando sono arrivata in via Colombi, ho visto due passanti e l’aggressore di origine tunisina che cercava di svegliare Bader. Lui mi ha preso da parte e mi ha detto di non fare il suo nome. Come poteva chiedermi una cosa simile dopo avere fatto male a un ragazzo di 19 anni, che non aveva fatto del male a nessuno?". Così la fidanzata 15enne di Eddine Bader Essefi, il 19enne morto in strada, alla Barca a Bologna, la sera del 25 aprile. L’aggressore in questione, 29 anni, è indagato a piede libero insieme a un 31enne italiano originario del sud. Il fascicolo aperto dal pm Andrea De Feis è per omicidio preterintenzionale. Così la giovane ragazza, contattando l’emittente locale ÈTv, ha voluto aggiungere alcuni particolari sul caso. Secondo una ricostruzione dell’accaduto, i due avrebbero aggredito il 19enne, provocandone la caduta. Sul caso indagano i carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dalla Procura, che hanno raccolto da subito la testimonianza della minorenne che ha trovato il giovane Bader inerme sul marciapiede di via Colombi intorno alle 22. Prima della corsa in ambulanza all’ospedale Maggiore e il decesso arrivato intorno alla mezzanotte.
"Quando sono arrivata, ho trovato Bader disteso a terra, con l’aggressore di origine tunisina: quindi potrebbe anche essere stato lui ad avergli fatto qualcosa – aggiunge – oltre all’altro uomo. Inizialmente è uscita la notizia che Bader fosse morto per coma etilico, una cosa assolutamente non vera. Aveva bevuto, ma era in grado di ragionare con la testa. Sapeva cosa stava facendo, non è stata colpa dell’alcol". La lite tra Bader, inizialmente in compagnia della fidanzata, e i due indagati sarebbe iniziata in in piazza Giovanni XXIII, sotto ai portici del Treno. Per poi spostarsi, con continue percosse e violenze sul 19enne, verso via Colombi, attraversando il parco che confina con la chiesa di Sant’Andrea Apostolo alla Barca. E proprio qui davanti c’è una telecamera che è al vaglio dei carabinieri, insieme ad altre testimonianze raccolte e alle schede telefoniche. Martedì è stata eseguita anche l’autopsia che ha parlato di lividi sul volto e di trauma cranico.
n. m.