CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Omicidio della vigilessa, la Procura dispone le perizie su pistola e impronte

Faranno gli accertamenti sull’arma il maresciallo maggiore Luigi Desideri e il maresciallo Lorenzo Talamelli, due carabinieri del Ris di Parma. Incarico al medico legale per l’autopsia

Sofia Stefani, la vigilessa uccisa lo scorso 16 maggio ad Anzola, in provincia di Bologna

Sofia Stefani, la vigilessa uccisa lo scorso 16 maggio ad Anzola, in provincia di Bologna

Bologna, 24 maggio 2024 – Verrà conferito questa mattina, davanti al procuratore aggiunto Lucia Russo, l’incarico di svolgere una perizia balistica sulla pistola d’ordinanza di Giampiero Gualandi. L’arma con cui l’ex comandante dei vigili urbani – in carcere dalla scorsa settimana con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla relazione sentimentale con la vittima – ha sparato, uccidendola, a Sofia Stefani, vigilessa di 33 anni con cui Gualandi aveva una relazione.

L’accertamento balistico, al quale si aggiungerà anche una perizia dattiloscopica per rilevare quali impronte sono presenti sull’arma, è ritenuto importante perché il sessantatreenne ha dato una versione secondo cui il colpo sarebbe partito accidentalmente, durante una colluttazione, mentre la Procura è convinta che sia stato un gesto volontario. L’incarico per svolgere gli accertamenti sull’arma sarà conferito al maresciallo maggiore Luigi Desideri e al maresciallo Lorenzo Talamelli, due carabinieri del Ris di Parma.

Sempre stamattina, inoltre, sarà incaricato anche il medico legale per l’autopsia sul corpo della donna. Le parti, l’avvocato Claudio Benenati per l’indagato e l’avvocato Andrea Speranzoni per la famiglia della vittima, potranno nominare consulenti di parte. Oltre alla perizia balistica, i carabinieri del Ris svolgeranno anche degli accertamenti su dei supporti informatici che sono stati sequestrati, mentre l’analisi delle chat e dei messaggi tra la vittima e Gualandi, anche quelli cancellati nel corso degli ultimi mesi, verrà effettuata dai militari del Nucleo Investigativo di Bologna e della Sis.

Tra le testimonianze del giorno dell’omicidio, ci sarebbe anche quella di un anziano a cui la giovane vigilessa avrebbe chiesto in prestito il cellulare per fare una chiamata, dicendo che il suo era scarico.

Secondo quanto raccontato dall’uomo, nel corso della telefonata della durata di pochi minuti, la vittima avrebbe avvertito Gualandi del suo arrivo al comando della polizia locale. Non solo, il testimone ha aggiunto che poco dopo la fine della chiamata, Sofia avrebbe ripreso il suo cellulare per fare un’altra telefonata, segno che in realtà il dispositivo non era scarico. L’ipotesi, che dovrà essere verificata dagli investigatori, è quindi che la vittima abbia chiamato Gualandi da un altro numero perché l’ex comandante vedendo arrivare le chiamate dal numero di Sofia, non stava rispondendo.

Intanto ai microfoni di Canale 5, ha parlato il fidanzato della vigilessa uccisa giovedì scorso all’interno del comando della polizia municipale di Anzola: "Lei era la mia vita – le sue parole – se avessi saputo che mi aveva tradito l’avrei certamente perdonata. Sapevo dell’esistenza di questa persona, ma non ero a conoscenza della relazione tra lui e Sofia. Lei aveva una gran voglia di vivere. Qualcuno deve aver premuto il grilletto e non so cosa possa passare nella mente di una persona che ha un’arma".