BENEDETTA CUCCI
Cronaca

La rinascita dei ’cinemini’. Una ricetta fatta di qualità

Le piccole sale del circuito Acec sono gestite spesso da volontari. Vola la raccolta firme per salvare il Bellizona, arrivata oltre quota 6.900 . .

La rinascita dei ’cinemini’. Una ricetta fatta di qualità

La rinascita dei ’cinemini’. Una ricetta fatta di qualità

Galliera, Tivoli, Perla, Orione, Bristol, Antoniano, Chaplin. Che bei nomi dal suono vintage! Si tratta di sette splendide sale di comunità (l’Antoniano dal prossimo ottobre rinascerà), legate a parrocchie ed enti religiosi, coordinate da Acec Emilia Romagna e gestite da veri appassionati della settima arte, a volte da parrocchiani volontari. La loro missione va oltre il titolo del momento, e lavora sulla socialità. Si tratta di un circuito virtuoso, con proiezioni un po’ cineclub un po’ prima e seconda visione, che porta il cinema di qualità anche fuoriporta (da citare l’esperienza del cinema Fossolo, sala del Circuito Cinema che rispetto all’anno scorso ha già raddoppiato le presenze).

Ecco perché il cinema Bellinzona, nella parrocchia di San Giuseppe, quartiere Saragozza, seppur con una programmazione indipendente dal circuito Acec, è diventato un caso e la petizione per salvarlo è arrivata a 6.931 firme. Al cinema Perla in via San Donato 38, i volontari-gestori, sanno bene quanto valga una sala. Oltre vent’anni fa decisero di votare il loro tempo libero a questa sala da 434 posti nella parrocchia di Sant’Egidio. "Prima del 1999 – racconta Paola Cacciari, che con alcuni colleghi, addetti all’amministrazione, luci e proiezioni s’imbarcò in questa avventura – il cinema era in mano ai privati e quando lasciarono, il parroco, appena arrivato, doveva decidere se tenere la sala o trasformarla in garage. Fortunatamente vinse la parte ’ideale’ ma fu chiesto ai parrocchiani una gestione e io, appena andata in pensione, decisi di accettare". Cacciari ammette che portare pubblico al cinema non è sempre facile in questo quartiere, ma che l’entusiasmo non è mai venuto a meno "senza doversi piegare ai cinepanettoni", perché chi cura la scelta dei titoli, l’avvocato Stefano Moretti "sceglie sempre film d’essai dalla lista Acec". Da dicembre, poi, è approdato qui il cineclub Bellinzona (prima in Saragozza) gestito da due volontari e la speranza è che pian piano ingrani.

L’impegno che ci vuole per un ’cinemino’, lo conoscono bene Marte Bernardi e Mattia Della Casa, che curano il Galliera, sala ’underchurch’, ovvero sotto la chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Ma tanto impegno dà splendidi risultati, perché la frequentazione è estremamente fidelizzata. Recentemente, un film indipendente che è stato qui molto sostenuto, ’Kissing Gorbaciov’ di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife, è risultato un piccolo caso. "Ha debuttato al Medica con un sold out da 800 persone – racconta Bernardi – ma poi l’abbiamo messo in programma e dal 29 novembre al 28 dicembre, con 12 proiezioni, abbiamo portato in sala 1.306 persone e ancora ad ogni spettacolo un centinaio di spettatori arrivano". E aggiunge: "Credo che una grossa mano a questa rimonta dei cinema, anche i più piccoli, l’abbia dato un film come ’C’è ancora domani’ della Cortellesi, che ha portato in sala persone che forse al cinema non ci andavano da anni". Anche il Bristol, circuito Pop Up di Andrea Romeo, ha praticato una piccola rivoluzione a San Ruffillo: gestendo indipendentemente gli spettacoli e portando prime visioni e spesso ospiti prestigiosi, Pop Up ha rilanciato un grande schermo che ora attrae anche pubblico da Rastignano o Pianoro. Dopo il cambio della guardia alla direzione dell’Orione della parrocchia San Giuseppe Cottolengo di via Cimabue e l’arrivo di Luca Della Casa (già al Galliera e a lungo collaboratore del Future Film Festival degli inizi) i parrocchiani sembrano di nuovo sereni. La programmazione è molto ricercata, prime visioni, assolute primizie e ospiti, come domenica scorsa, quando a presentare il film ’Brighton 4th’ sono arrivate le attrici georgiane Tsutsa Kapanadze e Irma Gachechiladze, che accompagnavano il regista Levan Koguashvili.

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