La scelta di Officine Maccaferri: chiesto il concordato preventivo

Intanto Gaetano Maccaferri si è dimesso dal cda Colli (Fiom): "È la fine di un film scritto da mesi"

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Officine Maccaferri Spa presenterà richiesta di concordato preventivo con riserva in Tribunale. Il cda del colosso dell’ingegneria ambientale ha preso la decisione ieri, il deposito arriverà già oggi. Il board ha anche dato l’ok alla sottoscrizione di un accordo per delineare le fasi del rifinanziamento con il gruppo di fondi coinvolto. La richiesta di concordato è il primo step dell’iter. Riguarderà solo la capogruppo, che occupa 82 dipendenti ed è la sedicesima società del gruppo Maccaferri ad andare in Tribunale negli ultimi 12 mesi: a precederla, tra le altre, la holding Seci, varie realtà dell’energia, Sapaba e sei divisioni di Samp.

Questo passo avvierà il processo per l’iniezione di finanza per 60 milioni da parte del gruppo di fondi composto da Carlyle, Man Glg e Stellex Capital. Per ottenere quei soldi Officine presenterà, in seguito, un’istanza per essere autorizzata a ricevere finanza ponte. Se tutto andrà secondo i piani, l’iter si concluderà con l’omologa del concordato e la definizione del nuovo assetto societario: Seci scenderà al 4%, i fondi saliranno almeno all’83% e gli altri detentori del bond da 190 milioni avranno fino al 13% delle quote. Se nei prossimi giorni il Tribunale ammetterà Officine al concordato, l’obiettivo della società è presentare il piano di rientro entro l’estate: tempi diversi da quelli di Seci, che a inizio gennaio era uscita dal concordato e, nei mesi successivi, aveva prima subito l’istanza di fallimento dalla Procura e poi presentato il piano a fine marzo, una volta accettata l’offerta dei fondi (che potrebbero, in prospettiva, anche salire al 90% di Samp).

Nei giorni scorsi intanto Gaetano Maccaferri (ex numero uno di Confindustria Emilia-Romagna) si è dimesso dal cda di Officine Maccaferri. Al suo posto è entrato Andrea Marazzi, ex ad delle Officine ed ex dg di Manifatture Sigaro Toscano. Massimo Maccaferri è diventato vice presidente.

"La richiesta di concordato è la fine di un film già scritto da mesi – commenta Marco Colli, della Fiom Cgil –. Purtroppo avevamo capito da tempo come sarebbe andata. La speranza è che Carlyle entri, che gli impegni presi a marzo vengano mantenuti e che vengano salvaguardati i lavoratori". Prudente Consuelo Mazzini (Fim Cisl): "Ce lo aspettavamo. Ora speriamo che l’azienda possa tornare a intravedere la luce".

Riccardo Rimondi

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