La stangata ai clan calabresi

La lunga mano dei clan mafiosi ha allungato la propria ombra su regioni ricche come l’Emilia Romagna (e la Lombardia) da molto tempo. E soprattutto la cosa preoccupante è che la ‘ndrangheta, cioè la mafia calabrese oggi dominante nello scenario criminale, ha acquisito una certa autonomia d’azione rispetto ai boss che hanno radici al Sud, nelle località d’origine.

Non è una opinione in libertà. Lo scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza di Cassazione che rende definitive le condanne del processo Aemilia terminato nel maggio scorso con 70 condanne nei confronti di 87 imputati, confermando le conclusioni del Tribunale di Reggio Emilia e della Corte d’Appello di Bologna. Scrivono i giudici della Suprema corte: "È stato accertato come nell’arco decennale di attività, l’associazione mafiosa abbia compiuto una progressiva evoluzione strutturale, passando dagli schemi tradizionali della ‘ndrangheta verso un più sofisticato metodo di penetrazione criminale nel tessuto sociale contraddistinto anche dalla prospettiva di realizzare progetti dominanti in settori imprenditoriali e della società civile". La rapidità e la lucidità con cui è stata portata a termine un’inchiesta come questa è un esempio giudiziario da tenere presente.

email: beppe.boni@ilcarlino.net; voce.lettori@ilcarlino.net

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