Lavoro Bologna, la Uil:"Troppi licenziamenti"

Il segretario Giuliano Zignani: "Ogni settimana 20-25 persone messe a casa". Nell’area metropolitana aperti 24 tavoli di crisi. Appello al nuovo sindaco

Nel 2020 la cassa ha portato a un taglio di 840 milioni nelle retribuzioni in regione

Nel 2020 la cassa ha portato a un taglio di 840 milioni nelle retribuzioni in regione

Bologna, 24 settembre 2021 - L’economia corre, trainata dalle esportazioni, e la produzione industriale vola. Ma nella ripresa c’è un indicatore che fa più fatica ed è quello dell’occupazione. Qualche segnale lo avevano già dato qualche giorno fa le previsioni di Unioncamere basate su dati Prometeia, che parlavano per il 2021 di una flessione di 16mila occupati in Emilia-Romagna quest’anno e di un ritorno ai livelli pre Covid solo nel 2023.

A lanciare un allarme più circostanziato sul Bolognese, però, è la Uil, che nota una forte crescita dei licenziamenti individuali. "Ogni settimana ci risultano 20-25 licenziamenti individuali, è quello che vediamo dalle conciliazioni all’Ispettorato del lavoro", stima il segretario dell’organizzazione Giuliano Zignani.

A preoccupare è anche il numero dei tavoli di crisi aperti, 24 solo nell’area metropolitana. Ma mentre quelli sono ben conosciuti – parliamo di situazioni conclamate con prevalenza della logistica – le conciliazioni individuali rischiano di sfuggire ai radar e di non essere, a lungo andare, meno dolorose dei licenziamenti collettivi per l’occupazione del territorio.

"Tutte le settimane le aziende che si fanno rappresentare da Confindustria, in particolare della metalmeccanica, dell’alimentare e della logistica, aprono procedure di licenziamento individuale, oltre 20 a settimana – sottolinea Zignani –. A fine percorso, quando il 31 ottobre scadrà il blocco dei licenziamenti, ci troveremo in termini numerici con lo stesso risultato che avremmo avuto se le aziende che volevano licenziare in maniera collettiva, ma non hanno potuto farlo, lo avessero fatto".

Per la Uil si parla, da inizio luglio a fine ottobre (e senza contare agosto), di circa 300 licenziamenti individuali. A questo poi si aggiunge il peso degli ammortizzatori sopportati nei mesi scorsi. Secondo uno studio della Uil, nel 2020 la sostituzione dello stipendio ‘pieno’ con la cassa integrazione ha portato a un taglio di 840 milioni nelle retribuzioni dei lavoratori dell’Emilia-Romagna.

Ma la ‘cassa’, almeno, eviterebbe di perdere il posto di lavoro: "Le categorie che stanno applicando i licenziamenti individuali potrebbero usare gli ammortizzatori, invece licenziano – attacca Zignani –. È vero che c’è una ripresa lavorativa, ma ci sono comunque centinaia e centinaia di lavoratori che perderanno posti di lavoro. Questo nonostante i blocchi dei licenziamenti, i decreti, i patti per il lavoro regionale e metropolitano. Abbiamo associazioni di categoria che firmano i patti e cercano di bypassarli".

Sulla ricetta, il leader della Uil è netto: "Quando ci sarà un nuovo sindaco metropolitano dovremo sederci a un tavolo e scrivere un nuovo Patto per il lavoro, tenendo conto di tutte le innovazioni che il mercato del lavoro richiede, a partire dal sistema formativo".

r.r.  

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