
L’evidente conflitto tra emozioni e ragione
Le emozioni non sono nemiche da combattere ma amiche da conoscere. In un mondo inospitale e pieno di pericoli i nostri antenati, che non disponevano ancora della ragione, sono sopravvissuti grazie alle emozioni. Ancora oggi emozioni come la paura ci proteggono dai pericoli, altre come il coraggio ci aiutano a superare le difficoltà ed emozioni come l’empatia regolano le relazioni che gli individui instaurano tra loro. Con la comparsa della ragione le emozioni non si estinguono ma al contrario si potenziano. Più la società diventa razionale e vorrebbe contenere le emozioni, più queste minacciano di esplodere in forme distruttive che potrebbero essere evitate se si concedesse loro uno spazio adeguato in cui esprimersi.
Il conflitto tra ragione ed emozione diventa più evidente proprio durante l’adolescenza, quando le emozioni sono più forti che nell’infanzia.
Oltre a cambiamenti fisici durante l’adolescenza ci sono anche molti cambiamenti importanti nella crescita sociale ed emotiva. Noi adolescenti non siamo più bambini ma non siamo ancora adulti, per cui emozioni e sentimenti prevalgono sulla ragione che non è ancora in grado di gestirli.
Ci sentiamo disorientati in questa fase di grandi cambiamenti, possiamo sembrare irritati o arrabbiati ma stiamo solo cercando di gestire tutto quello che abbiamo dentro. Sperimentiamo diverse paure legate alla nostra immagine, al non sentirsi accettati, al non sentirsi all’altezza delle aspettative degli adulti e dei coetanei e quando i livelli di ansia e preoccupazione diventano alti e non riusciamo a elaborarli, possono sfociare in attacchi di panico, di rabbia, autolesionismo, isolamento. In sostanza, noi adolescenti non ci sentiamo ascoltati ma piuttosto giudicati. Se piangi sei debole, se sei timido ti chiamano asociale e se hai paura sei una femminuccia, insomma molte volte tendiamo a nascondere quello che proviamo.
In questo passaggio, chi più chi meno, ci sentiamo molto fragili e sensibili e purtroppo chi in famiglia ha una situazione difficile tende a chiudersi e avere comportamenti pericolosi per sé stesso. Questo perché nella nostra società si dà poca importanza all’intelligenza emotiva. Infatti, secondo delle teorie psicologiche la capacità di riconoscere, discriminare, nominare e di conseguenza gestire le proprie emozioni e quelle degli altri dovrebbe apportare effetti benefici in tutti gli aspetti della vita quotidiana dell’individuo.
3F: Casadio Camilla, Fornalè Caterina, Melchiorre Sofia, Pritoni Margherita, Storchi Giada.