Lombardo punge Lepore: "Troppi slogan"

All’incontro coi sindacati, il candidato del Terzo Polo, già collega di giunta dell’ex sindaco, rivendica le scelte fatte: "C’è poca gratitudine..."

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"Ci sono due strade: seguire gli ideali. O le ideologie. Io ho scelto di seguire i primi. Per questo sono rimasto lo stesso".

Marco Lombardo, ex assessore dem al Lavoro della giunta Merola, oggi candidato al collegio uninominale del Senato per il Terzo Polo, in un’iniziativa elettorale coi sindacati al circolo Benassi ha voluto spiegarlo a una cinquantina di simpatizzanti in platea. E dopo un altro incontro alle Acli dove ha parlato di Azione e Iv come baricentro rispetto agli estremismi di destra e sinistra, ha declinato gli ideali dal livello locale a quello nazionale, togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe. Primo bersaglio, il sindaco Matteo Lepore, ex collega di giunta nella precedente giunta Merola. "Mi sembra che Lepore si stia concentrando più sugli slogan, più sul mantra della ’città più progressista d’Italia’ che sul buon governo. Mi pare che l’amministrazione si stia muovendo sulla scorta di una damnatio memoriae. A volte in politica ci vorrebbe un po’ di gratitudine...", punge Lombardo. Tanti i provvedimenti rivendicati, dalla carta dei rider al protocollo appalti ’scritto’ coi sindacati, al progetto di ’Insieme per il lavoro’. Al tavolo con Lombardo Maurizio Lunghi (Cgil), Enrico Bassani (Cisl) e Roberto Rinaldi (Uil), che negli anni scorsi hanno lavorato proprio con l’ex assessore in tanti dossier delicati. E in uno scenario complesso, "un’economia di guerra", dice Bassani, segretario dell’area metropolitana della Cisl, servono idee e ricette per tamponare "l’emergenza prima" e "guardare al futuro dopo", gli fa eco Lunghi. All’ordine del giorno il caro-energia, per il quale oggi i sindacati incontreranno il governatore Stefano Bonaccini e l’assessore regionale Vincenzo Colla. Tra le ricette, anticipa Lunghi, "non è escluso che si pensi a modulare gli organici, aumentando lo smart working". Per questo è necessario che Bologna diventi un laboratorio, utilizzando "i tanti tetti delle zone artigianali per produrre energia", la proposta di Lunghi. "Vanno incentivate le comunità energetiche", ’spingono’ Rinaldi e Bassani.

"La situazione è drammatica per le imprese, ma anche per le attività commerciali – insiste Lombardo –. Se un bar ha bollette stratosferiche o chiude o alza i prezzi. E, intanto, il Comune che cosa fa? Toglie i dehors per continuare nell’approccio ideologico...". Di fronte a una platea variegata, dalla candidata Sylvia Kranz, la dirigente anti-furbetti del cartellino, a Daniele Vacchi, direttore della Fondazione Its maker, fino a Guglielmo Garaganani, presidente di Confagricoltura, e Andrea Barbieri (Ance Emilia Area Centro), Lombardo ha insistito sulla transizione digitale, i cambiamenti del lavoro, l’aumento dei salari e della produttività, il contrasto ai contratti pirata, il no al reddito di cittadinanza che "è un voto di scambio". Segno positivo sulla direttiva europea del salario minimo, in sintonia coi sindacati, ma anche con Lepore e la segretaria del Pd Federica Mazzoni. Infine una battuta sulla sfida con Vittorio Sgarbi e Pier Ferdinando Casini: "Ho detto a mio padre che la sinistra candida Casini e i moderati Sgarbi. L’ho visto parecchio confuso... I giovani credo che avranno le idee chiare e punteranno su chi potrebbe diventare il più giovane senatore d’Italia".

Rosalba Carbutti

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