Lucio Dalla, luminarie all'asta. Ma il Comune di Bologna pensa al bis

Lepore: “Nulla vieta di fare lo stesso in futuro, magari con altri testi”

Lucio Dalla, le luminarie in via D’Azeglio a Bologna (FotoSchicchi)

Lucio Dalla, le luminarie in via D’Azeglio a Bologna (FotoSchicchi)

Bologna, 4 marzo 2019 - Sono immortalate in chissà quanti selfie. Chiunque sia passato da via D’Azeglio – bolognese e non – non ha potuto fare a meno di alzare lo sguardo e lasciarsi conquistare da quelle strofe che iniziano con l’immortale Caro amico ti scrivo. Le luminarie dedicate a Lucio Dalla resteranno accese fino a mercoledì. Tre giorni ancora e poi le luci, che scandiscono il testo di L’anno che verrà, diventeranno un ricordo. L’installazione – opera dell’artigiano Antonio Spiezia – sarà smontata e venduta all’asta, con il ricavato devoluto in beneficenza come spiegato dal presidente del Consorzio esercenti Simone Dionisi. Qualcuno, in città, avrebbe preferito continuare a vedere le luminarie in via D’Azeglio. “Ma si tratta – spiega Matteo Lepore, assessore alla Cultura – di un’installazione artistica temporanea. Abbiamo ottenuto una proroga perché l’iniziativa ha riscosso successo, la Soprintenedenza ha però autorizzato l’installazione proprio come temporanea. In questo sta il valore del gesto, nulla vieta in futuro di fare lo stesso con altri testi di Dalla”.

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La scelta di vendere le luminarie all’asta “è stata condivisa dall’inizio, così come quella di posizionarle in via D’Azeglio. Sarebbe bello vedere realizzate nuove installazioni anche con i testi di altre canzoni, non solo di Dalla e non solo in via D’Azeglio. Ricordiamo che Bologna è città della Musica Unesco perché qui sono nati tanti cantautori: è una peculiarità da valorizzare”.

La certezza è che le luminarie di L’anno che verrà spariranno. “Ciò che è stato proposto e autorizzato come temporaneo – chiarisce Lepore – deve rimanere tale. Il senso dell’iniziativa sta nella volontà di costruire una relazione con la città: ha generato un’onda emotiva e ha fatto parlare di Bologna nel mondo. Un’onda, però, col passare del tempo perde la sua forza. Questa spinta si può generare nuovamente con altre iniziative, non lasciando lì le luminarie”. Che sono state “apprezzate da subito, anche per l’eco sui social. Tanti hanno copiato l’idea”. Eventuali nuove luci a parte, “sono diverse le iniziative in cantiere per ricordare Dalla. Abbiamo consegnato in Soprintendenza il progetto per la panchina: appena avremo l’ok verrà realizzata in bronzo e marmo e sarà collocata in piazza Cavour, come promesso. Questo perché è quella la vera piazza Grande, non piazza Maggiore”.

“Le luminarie dedicate a Lucio? Io le avrei lasciate lì, in via D’Azeglio” ribatte Andrea Mingardi. “Sono piaciute tantissimo – osserva il cantautore, amico di Dalla – sia ai bolognesi, sia ai turisti. Ho saputo di persone che sono arrivate in città proprio per ammirarle da vicino, peccato debbano essere tolte ora. Detto questo, Lucio è stato talmente grande che il suo ricordo non si spegnerà mai a prescindere dalle iniziative che si organizzano. Però qui dobbiamo imparare a valorizzare al meglio le nostre eccellenze, come fanno altrove”.

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