Mandanti strage, il processo a porte chiuse

In aula solo magistrati e avvocati, i giornalisti potranno assistere ma collegati da un’altra stanza. Caruso: "Misure stringenti per il Covid"

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di Nicola Bianchi

Sarà un processo anomalo per la obbligata organizzazione imposta dal Covid, ma del tutto esclusivo per Bologna. "Un processo molto complicato per la situazione sanitaria che stiamo vivendo", precisa Francesco Maria Caruso, presidente del tribunale e che guiderà la Corte d’assise giudicante. Tra meno di una settimana (il 16), infatti, un altro pezzo di storia è pronto a tornare in aula: un nuovo tassello della strage alla stazione del 2 agosto 1980. Sul banco degli imputati Paolo Bellini, il "quinto uomo" per la Procura generale che avrebbe concorso con i Nar nell’orrore; poi Piergiorgio Segatel, ex ufficiale dell’Arma che avrebbe depistato le indagini, e Domenico Catracchia, amministratore di alcuni immobili di via Gradoli a Roma dove avrebbero stazionato i Nar, per lui l’accusa è di falso ai pm. Imputato per depistaggio anche l’ex generale del Sisde, Quintino Spella, deceduto però all’inizio dell’anno.

"Porte chiuse". La peculiarità sarà, dunque, l’organizzazione: mentre l’aula 11 del vecchio tribunale di via Farini – dove si è svolto anche il processo contro l’ex Nar Gilberto Cavallini, condannato in primo grado all’ergastolo per concorso ed è in attesa della fissazione della data d’appello –,ospiterà al massimo 40 persone tra giudici, cancellieri, avvocati, imputati e parti civili, nella vicina Sala delle Colonne sarà allestito un maxi schermo che proietterà i lavori e vi potranno accedere esclusivamente i giornalisti. "Perché il processo – riprende Caruso – sarà a porte chiuse per il pubblico per ragioni strettamente sanitarie. La situazione purtroppo è molto complicata".

Evitare in ogni modo contatti, assembramenti, e l’uso di mascherine e gel per sanificare spesso le mani sarà sempre d’obbligo. Accanto a Caruso, ci sarà il giudice Massimiliano Cenni, con l’Assise che sarà poi completata con i sei popolari. "Tutti dobbiamo prestare la massima attenzione, in caso di contagio di un giudice si bloccherebbe l’intera Corte". E il tutto slitterebbe a chissà quando.

Rapidità. Il dibattimento, che inizierà venerdì alle 9 e vedrà due udienze a settimana, avrà durata abbastanza breve. Almeno questo è l’obiettivo: 9-10 mesi al massimo, con discussione e sentenza in progetto tra gennaio o febbraio. Poi la lista dei testimoni che sarà molto corposa, oltre 150 le persone che verranno interrogate dalla Corte, dai legali e dalla pubblica accusa rappresentata dall’avvocato generale Alberto Candi e dai colleghi Nicola Proto e Umberto Palma. I magistrati della Procura generale che nel 2017 si avocarono l’indagine sui mandanti, di fatto revocando la richiesta di archiviazione della Procura ordinaria, chiedendo il 5 febbraio 2020 (invano) l’arresto dell’ex primula nera reggiana. Nel calderone dei testi, secondo quanto si apprende, sono state annunciate molte sorprese con nomi ’nuovi’ e di primo livello nel panorama delinquenziale di quegli anni.

L’aviere su tutti. Manco a dirlo, la stragrande attenzione del dibattimento sarà tutta puntata su Bellini. "L’uomo nero", 68 anni, già collaboratore di giustizia ma uscito da ogni programma di protezione, per la strage di Bologna venne prosciolto il 28 aprile 1992; il 19 febbraio 2019 la Pg aveva però chiesto la riapertura dell’indagine, accolta il 28 maggio. L’aviere di Reggio Emilia, "succube del padre" e vicino ai Servizi, sarebbe uno degli esecutori del massacro costato "un milione di dollari", in concorso con i Nar già condannati (Mambro, Fioravanti e Ciavardini, tutti definitivi, e Cavallini) e con i mandanti, finanziatori e organizzatori, oggi però tutti morti: l’ex capo della P2 Licio Gelli, il suo braccio destro Umberto Ortolani, poi Federico Umberto D’Amato, capo dell’ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno, infine il direttore del ’Borghese’ Mario Tedeschi. "Un altro tassello per la verità totale – così Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei parenti delle 85 vittime e degli oltre 200 feriti – è pronto per essere portato alla luce".

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