Molestata dal suo capo: "Quando mi fai un regalo?". Scatta la misura cautelare

Divieto di avvicinamento alla commessa per il marito della titolare. È successo in un negozio di via Mazzini: lui l’avrebbe anche palpeggiata.

Molestata dal suo capo: "Quando mi fai un regalo?". Scatta la misura cautelare

Molestata dal suo capo: "Quando mi fai un regalo?". Scatta la misura cautelare

"Quando lo fai un regalino al tuo capo?". E poi, dopo un pizzicotto sul gluteo: "Quando lo scartiamo quel pandorino?". Frasi da fare accapponare la pelle e attenzioni viscide e sgradite: sono quelle che una giovane commessa di 26 anni, dipendente di un negozio di via Mazzini, ha raccontato di avere subito per anni da parte del marito cinquantenne della sua titolare. Alla fine, esasperata soprattutto dopo l’ultimo episodio, quello del pizzicotto, ha trovato il coraggio di denunciare. E, un mese fa, si è rivolta ai carabinieri per sporgere querela per violenza sessuale e molestie.

I carabinieri della Stazione Bologna Navile così, ieri l’altro hanno eseguito nei confronti dell’uomo un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, mantenendo una distanza di almeno 500 metri, con tanto di braccialetto elettronico.

Le indagini sono appunto nate a seguito della denuncia della commessa, che si è rivolta ai militari dell’Arma per chiedere aiuto. In particolare, la giovane ha raccontato che non appena era stata assunta a tempo indeterminato nel negozio, qualche anno fa, era stata oggetto di attenzioni sgradevoli da parte del marito della titolare, che la vessava con avances anche molto pesanti. Culminate nel palpeggiamento. Dopo il quale la ragazza, sconvolta, è stata pure costretta a prendendosi un periodo di malattia a causa dello choc. Non ha più messo piede in negozio.

La giovane ha mostrato ai carabinieri pure i messaggini che l’uomo le mandava quando lei era a casa, tutti del tenore sgradevole delle frasi riportate. I militari hanno avviato le indagini, coordinate dalla Procura, per approfondire la vicenda e la posizione del presunto responsabile. Arrivando a raccogliere sufficiente materiale probatorio perché il pubblico ministero chiedesse e ottenesse dal giudice per le indagini preliminari l’emissione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa per l’indagato.

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