"Morto sotto il carro, condannate il proprietario"

Chiesto dal pm un anno e mezzo per la tragedia del piccolo Gianlorenzo. La difesa: "Nessuna responsabilità". Il padre: "Non è giustizia"

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di Nicola Bianchi

Diciotto mesi di condanna per la morte del piccolo Gianlorenzo Manchisi. Un anno e mezzo, il reato è omicidio colposo, che la Procura ha chiesto per uno dei tre imputati, l’unico che ha scelto il processo con il rito abbreviato: Paolo Canellini, proprietario e allestitore del carro di Carnevale da cui il 5 marzo 2019 cadde, venendone poi travolto e ucciso, il bambino di due anni e mezzo. "Ma non ha nessuna responsabilità e deve essere assolto – chiosano gli avvocati Stefano Sermenghi e Massimo Leone al termine della discussione – come risulta dall’incidente probatorio e dalle dichiarazioni al pm rese dall’ingegner Paolo Polvani, organizzatore del Carnevale di Viareggio. Il nostro assistito quel giorno era sul carro ma non era lui che doveva autorizzare chi, come e quando salire".

Oltre alla condanna chiesta dalla Procura (in udienza il pm Nicola Scalabrini in sostituzione della collega Beatrice Ronchi titolare del fascicolo), nei confronti dell’imputato sono state avanzate richieste anche da parte degli avvocati Annalisa Gaudiello e Marco Bettoni, per padre e fratello di Gianlorenzo costituiti parte civile: rispettivamente una provvisionale di 413.000 euro a favore del primo e 296.000 per il secondo.

LACRIME

Una richiesta di pena che ha lasciato grande amarezza in Giuseppe Manchisi, papà di Gianlorenzo, presente in tribunale con la moglie: "Si continua a calpestare il nome del mio bimbo e sentire certe parole da parte degli avvocati dell’imputato fa ancora più male. Oltre all’enorme danno della perdita del nostro Gianlorenzo, ora la beffa con questa richiesta di pena. L’unica verità è che il nostro angelo non ce lo ridarà più nessuno". Il 25 maggio eventuali repliche e sentenza.

TESTI VIP

Ma a giudizio, con il dibattimento che inizierà giovedì, sempre per omicidio colposo ci sono anche la mamma del bimbo, Siriana Natali, che era sul carro con lui quel pomeriggio, e il collaudatore Marco Pasquini. Nella lista testi che depositerà l’avvocato della donna, Mauro Nicastro, compaiono anche i nomi dell’ex sindaco Virginio Merola, chiamato a pronunciarsi in merito ai "regolamenti predisposti dal Comune di Bologna per l’organizzazione delle manifestazioni pubbliche e sulle eventuali deleghe di funzioni previste per il rilascio delle autorizzazioni necessarie", e l’ex prefetto Patrizia Impresa. Non solo. Nella lista dei 19 testi, ci sono anche i nomi dello stesso Canellini, imputato nel procedimento connesso, di Paolo Castaldini e don Marco Baroncini, rispettivamente responsabile del Comitato per le manifestazioni petroniane e presidente del Comitato organizzatore del Carnevale dei bambini legati alla Curia. Per entrambi alla fine di marzo il gip Maria Cristina Sarli ha disposto l’imputazione coatta dopo il rigetto della seconda richiesta di archiviazione della Procura. Dovranno rispondere di una serie di omissioni e presunte mancanze relative alla manifestazione che costò la vita a Gianlorenzo.

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