REDAZIONE BOLOGNA

"Nicolas aveva davanti una grande carriera"

Parla Alberto Grazia, l’allenatore del body builder Ventura morto a 33 anni dopo essere stato ricoverato in seguito a un incidente

Nicolas Ventura

"Avrebbe potuto diventare un body builder professionista e gareggiare in competizioni internazionali. I suoi margini di miglioramento erano enormi". Descrive così il suo pupillo Alberto Grazia, l’allenatore di Nicolas Ventura, il 33enne di Sala Bolognese campione della federazione Ifbb deceduto dopo il ricovero in ospedale a seguito di un incidente stradale mentre tornava dal Capodanno in famiglia. "Ho letto che gli amici parlano di lui come di un ragazzo dal grande cuore – sottolinea Grazia -. Credo che sia la descrizione più appropriata. Quando l’ho conosciuto era un giovane a prima vista esuberante, ma approfondendo ti colpiva quanto fosse serio nelle sue cose e disponibile al confronto. Si allenava duramente, ma avrebbe potuto fare ancora di più. Era in grande crescita ed era maturato molto dal punto di vista sportivo. Poteva diventare un professionista di livello internazionale. Aveva davanti un grande futuro".

Grazia è addolorato: "Sono stato vicino al fratello di Nicolas in questi giorni. Quando ho ricevuto la notizia era incredulo. Mi mancherà tanto e a Bologna Ventura era conosciuto da tutti e aveva molti amici". La famiglia e la fidanzata Anna si sono stretti in un comprensibile riserbo. Gli amici invece continuano a scrivere sul profilo social campione. Da tutta Italia c’è chi posta un ricordo del campione di body building.

Intanto la polizia locale di Terre d’Acqua sta cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente. È da appurare come mai l’auto sia uscita di strada in un rettilineo. Anche sulle cause del decesso resta tanta amarezza. Un residente che abita a Calderara a pochi metri dal luogo dell’incidente, racconta: "E’ successo proprio a pochi passi dalla mia abitazione. I vigili del fuoco hanno lavorato tanto per estrarlo dalla macchina, ma quel giovane era tutt’altro che grave. Ho pensato subito che se la sarebbe cavata e, invece, è morto dopo 10 ore".

Intanto, il ripetersi d’incidenti in tratti di strada non pericolosi, è allo studio dell’osservatorio sulla sicurezza stradale regionale. Il presidente Mauro Sorbi ha una teoria: "Stiamo cercando di capire come mai si verifichino sinistri in luoghi non rischiosi e questa tendenza può essere collegata alla pandemia. Mi spiego: il periodo delicato che stiamo vivendo tutti potrebbe essere ricondotto a questi incidenti anomali, dove normalmente non si verificano sinistri. Si stanno verificando in zone, che secondo i dati, non hanno mai avuto un’incidenza particolare, con numeri molti contenuti".

Matteo Radogna