No vax, vince l’ospedale "Il bambino va operato"

Il giudice tutelare dà ragione al Sant’Orsola: "Il sangue è sicuro". L’intervento di cardiochirurgia è in programma nei prossimi giorni

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Ricorso accolto: l’operazione si farà col sangue fornito dal centro trasfusionale, ritenuto sicuro a prescindere dal fatto che il donatore si sia vaccinato o meno contro il Covid. Se poi i genitori del piccolo dovessero arrivare a opporsi all’intervento (cosa che finora non è avvenuta), allora Chiara Gibertoni, direttore generale del Sant’Orsola, potrebbe firmare il consenso informato dando comunque il via libera all’intervento: è stata nominata curatore speciale del bambino. Ieri è arrivato da Modena il decreto del giudice tutelare che, accogliendo il ricorso del Policlinico, ha di fatto respinto la richiesta di due genitori che chiedevano all’ospedale di utilizzare esclusivamente sangue di persone non vaccinate per la trasfusione cui dovrà con ogni probabilità sottoporsi il figlio che necessità di un intervento chirurgico per una cardiopatia. Mentre sulle chat di Telegram si raccoglievano liste di potenziali donatori che non si sono sottoposti al vaccino, il giudice ha chiuso la vicenda, ritenendo non sostenibili i dubbi della famiglia. Dubbi che il presidente dell’Avis, Gianpietro Briola, sempre ieri in un video su Facebook ha definito come la rappresentazione "del triste epilogo della disinformazione e del pregiudizio" e che "minano non solo la reputazione dell’associazione ma quella di tutto il sistema sanitario", ha aggiunto Briola annunciando l’intenzione di presentare denuncia all’autorità giudiziaria. Ugo Bertaglia, avvocato modenese che rappresenta la famiglia, ha voluto smarcarsi dalle frange negazioniste: "I genitori hanno espresso, sin da quando è cominciata la necessità di cure per loro figlio, piena adesione alle scelte via via suggerite dal Sant’Orsola, così come hanno espresso il loro consenso all’intervento che deve essere praticato nei prossimi giorni: hanno semplicemente richiesto che la trasfusione che probabilmente interesserà il loro figlio soddisfi le scelte religiose che connotano la storia familiare e obbedisca ai criteri prudenziali che – le parole dell’avvocato – la patologia del bambino consiglia, ossia sia fatta la scelta connotata alla maggior probabilità che non si verifichi l’evento avverso".

In merito alla richiesta di sangue proveniente da persone non vaccinate, Bertaglia ha aggiunto: "È richiesta non perché si tema che il vaccino possa trascorrere nel sangue del bambino, attraverso quello del donatore inoculato, bensì poiché non è escluso, dalla sperimentazione ancora in atto, anzi vi sono evidenze in tal senso in corso di accertamento, che questo possa contenere e trasmettere frammenti di proteina Spike, rinvenuti anche fino a 187 giorni dalla somministrazione, che potrebbero essere nocivi". A chiedere al tribunale dei minori bolognese di valutare un’eventuale limitazione delle responsabilità genitoriale nei confronti di padre e madre del bambino è intanto la procura dei minori di Bologna.

Francesco Vecchi

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