Noemi, il pianoforte al centro. "Il mio migliore live fino adesso"

La cantante stasera al Celebrazioni: "Ho invitato Curreri, spero di vederlo. Con chi duetterei a San Remo? Paola e Chiara"

Migration

di Andrea Spinelli

Tutti vogliono essere Noemi, la crisalide pop divenuta farfalla con evidente talento, tanta determinazione. Troppo rossa, troppo verace, troppo in carne, troppo melensa, gracidava quel chiacchiericcio che l’ha accompagnata fin sulla soglia dei quarant’anni, ma lei, Veronica Scopelliti da Roma, ha tirato dritto prendendo in mano pian piano le redini della sua vita per costruirsi certezze, anzi "nuove consapevolezze" come le chiama Vasco nel testo di Vuoto a perdere, difficili da scalfire. Basta vederla sul palco dello spettacolo con cui approda stasera al Celebrazioni per scoprire l’artista volitiva e convinta attesa da anni.

Veronica, il piano al centro. Del palco e del concerto.

"Sì. Era già in quella posizione nel tour estivo, ma nelle date invernali lo suono molto di più, passando addirittura da Clair de lune di Debussy ad If ain’t got you di Alicia Keys perché legano bene fra loro".

D’altronde se già da bambina la chiamavano "Beethoven" un motivo ci sarà stato.

"All’età di sei anni rimasi folgorata dalla colonna sonora del film di Jane Champion Lezioni di piano e implorai papà di mandarmi da un insegnante. Il mio amore per la musica è nato, infatti, davanti alla tastiera, il canto è venuto dopo. Fino a un paio di anni fa il piano è rimasto una passione da coltivare tra le pareti domestiche, poi mi sono resa conto che era ‘figo’ suonarlo davanti ad un pubblico e ho iniziato a portarlo in tour".

Scelta valorizzata dalla dimensione teatrale dello spettacolo.

"Sì. Attorno al pianoforte c’è un cilindro di tulle che si alza, si abbassa, fa da schermo a proiezioni, creando uno spazio scenografico legato alle suggestioni e agli umori dei brani che sto eseguendo. Forse a livello narrativo è il miglior live che ho realizzato finora".

Fra le sue scelte pianistiche c’è pure Bill Evans.

"Nel riarrangiare L’amore si odia mi sono rifatta alle progressioni armoniche del jazz e fra i riferimenti ho messo pure il pianista di Plainfield. D’altronde, come dico sempre, se bisogna affogare meglio farlo nell’acqua alta". Nelle prime date del tour ha colpito l’abbigliamento "audace" del giacchetto su torso nudo.

"Ogni concerto ha il suo ‘outfit’ che fa, ovviamente, parte dello spettacolo. Magari uno viene per quello e poi scopre un bel concerto in cui sono voce, musica e suono a fare da padroni. Certi corollari rimangono, però, divertenti. E aiutano ad alleggerire il tutto".

Avrà degli ospiti a Bologna?

"Ho invitato Gaetano Curreri. E spero tanto di vederlo almeno in platea".

Nella sua vita ci sono pure sette Festival di Sanremo. Potendo fare l’ospite di uno dei 22 protagonisti di quest’anno, chi sceglierebbe?

"Paola e Chiara, perché sono fantastiche. Cantare con loro per scatenare quell’immaginario da Festivalbar che mi porto dentro sarebbe fantastico. Cambiando generazione, penso che pure con Madame o Lazza mi divertirei molto".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro