CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Omicidio dell’ex vigile di Bologna: “Da Gualandi freddezza e mancanza di empatia”

Parla il carabiniere che svolse i rilievi subito dopo la morte di Sofia Stefani, 33 anni: “L'arma non era pulita e non c'erano segni di una colluttazione nella stanza”. Mostrate in aula le foto del corpo della giovane

Omicidio dell’ex vigile di Bologna: “Da Gualandi freddezza e mancanza di empatia”

Bologna, 19 maggio 2025 - "Continuavo a rivolgermi a lui chiamandolo 'signor Gualandi', ma lui mi disse (di chiamarlo) 'Commissario Gualandi'. Questo mi ha colpito molto, questa freddezza e mancanza di empatia nei confronti della vittima".

Lo riferisce il luogotenente Marco Benassi, servizi investigazioni scientifiche Nucleo investigativo dei carabinieri, in Aula questa mattina, nell'udienza del processo di primo grado, davanti alla Corte d'assise presieduta dal giudice Pasquale Liccardo, per l'omicidio di Sofia Stefani, 33 anni, ex vigilessa, uccisa il 16 maggio 2024.

Per questo è a processo Giampiero Gualandi, il 63enne ex comandante della Polizia locale di Anzola dell’Emilia, accusato dell’omicidio volontario, aggravato dal legame affettivo con la vittima e dai futili motivi. Con lei aveva infatti una relazione extraconiugale. Sofia Stefani fu uccisa da un colpo al volto sparato dalla pistola di servizio di Gualandi.

Questa mattina, in Aula, il luogotenente Benassi, quando parla di "freddezza e mancanza di empatia verso la vittima" sta raccontando dei momenti immediatamente successivi all'omicidio, quando Gualandi era stato portato in caserma e veniva sottoposto a rilievi fotografici e prelievi con il kit sparo.

Benassi riferisce anche del sopralluogo nell'ufficio del Comando di Polizia locale di Anzola: "Riteniamo che l'arma all'origine avesse 11 colpi. Nove ne abbiamo trovati nel caricatore e uno in canna" e uno, quello fatale per Stefani, a terra. "L'arma era sporca - sottolinea -, questo fa desumere che non era stata pulita di recente" e aggiunge che, in base ai rilievi, si ritiene "improbabile che ci sia stata una colluttazione nella stanza".

Gualandi ha sempre detto invece che aveva pulito la pistola e che durante poi una colluttazione con la vittima era partito un colpo per sbaglio.

In Aula vengono anche mostrate le immagini del corpo della ragazza, stesa a terra e con il sangue sotto il capo, immagini realizzate durante quel primo sopralluogo: momenti molto forti per i genitori della vittima, sempre presenti. Assistiti dall'avvocato Andrea Speranzoni, non hanno mai voluto lasciare l'Aula.

Durante l'ultima udienza, aveva parlato invece la moglie dell'imputato, 'difendendolo' su tutto la linea. Hanno parlato anche il fidanzato e l'ex amante della vittima.