P38 nello spazio del Comune, ipotesi diffida

Interrogazioni FdI e Lega. Pd, Mazzoni condanna la band pro Br ma la minoranza con Critelli incalza: "Nessun dubbio politico sulla revoca"

P38 nello spazio del Comune, ipotesi diffida. In foto Galeazzo Bignami (FdI)

P38 nello spazio del Comune, ipotesi diffida. In foto Galeazzo Bignami (FdI)

di Rosalba Carbutti

Cresce la bufera giudiziaria e politica sulla band P38 che inneggia alla lotta armata con pezzi come ’Nuove Br’ e ’Renault’ (l’auto su cui fu trovato il cadavere di Aldo Moro). E il Comune, intanto, pensa alla diffida. Il caso è partito con la band sul palco dell’Arci ’Il Tunnel’ di Reggio Emilia il Primo Maggio, esplodendo poi anche in città dopo il concerto all’ex Centrale del latte di via di Corticella, affidata dal Comune al collettivo Crash. Intanto la band è stata denunciata a Reggio Emilia con il presidente del circolo Arci, mentre sono in arrivo esposti in Procura a Pescara per apologia di reato e una denuncia dalla primogenita di Aldo Moro. Restano agitate anche le acque nei palazzi della politica. Da Roma (annunciate interrogazioni da FdI, sia per Reggio sia per Bologna, e dalla Lega) alla nostra città. Ieri ha aperto le danze il capogruppo di FdI Francesco Sassone in question time: "Il Comune quali provvedimenti prenderà? Il patto di affidamento è stato rispettato?". A fronte del silenzio di Lepore (ieri non presente in Aula) alla richiesta di revoca, Sassone ha picchiato duro: "Il fatto che non ci risponda subito è vergognoso". Chiede verifiche immediate anche il leghista Matteo di Benedetto che lunedì presenterà un ordine del giorno. Da Palazzo d’Accursio si ripete il refrain: "Episodio riprovevole e censurabile", ma su un’eventuale revoca non c’è alcuna posizione ufficiale, sebbene da voci di corridoio emerga che il Comune stia pensando a una diffida. In pratica, un cartellino giallo d’avvertimento. I dem in consiglio tengono la linea del sindaco col capogruppo Michele Campaniello che si limita a parlare di "fatto grave e censurabile". Si fa sentire la segretaria Pd e presidente del Navile, Federica Mazzoni: "Condanno quanto accaduto. Navile è un quartiere con profonde e sentite radici legate alla storia antifascista della nostra Repubblica. Rifarsi ai quei simboli eversivi è un oltraggio alla memoria delle vittime e al dolore non rimarginabile delle loro famiglie".

Scuote il Pd (e la minoranza dem), il deputato FdI Galeazzo Bignami: "Lepore avrebbe dovuto immediatamente revocare gli spazi. Ma a Bologna il Pd si appoggia su estremismi di sinistra da cui non prende le distanze. Dispiace che persone che si collocano in posizioni più moderate non abbiano il coraggio di porre al sindaco alcun aut aut rendendosi complici di questa situazione che offende le vittime del terrorismo". A rispondere è Francesco Critelli, deputato della minoranza dem, che incalza: "Il Comune faccia tutti gli approfondimenti per verificare se è possibile revocare gli spazi, cosa su cui politicamente e istituzonalmente non ho dubbi, ma vanno esaminate le regole" del patto di affidamento.

Insiste la Lega che, con una risoluzione in Regione, propone una norma che preveda come criterio di assegnazione "l’espresso rifiuto di qualsiasi adesione, anche indiretta, a comportamenti, propri o di terzi, inneggianti e incitanti alla violenza e all’odio sociale e politico". Nei principi evocati nel patto di affidamento a Crash si legge la necessità di rispettare "il principio di non dicriminazione di genere, razza, orientamento sessuale, religione ed età in chiave antifascista, antisessista e antirazzista". Mentre l’articolo 1 dell’accordo chiarisce la vocazione d’uso dell’immobile "dedicato alla sperimentazione di attivismo civico e di attività artistico-ricreative e culturali".

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