PAOLO ROSATO
Cronaca

Passante Bologna, viaggio nella terra di mezzo. Residenti rassegnati: "Ci entrerà in casa"

Dal Villaggio Lercaro alla Croce del Biacco si attendono le ruspe. I comitati bocciano il Comune: "Non daremo un nostro esperto all’Osservatorio"

Bologna, 29 dicembre 2021 - "A metà degli anni ’60, tutti i ragazzi di questo quartiere hanno imparato ad andare in bicicletta attraverso...qui sopra, vede, quando era in costruzione la tangenziale passavano da una parta all’altra del cantiere. Poi quando arrivò la tangenziale di notte non si dormiva più. E ora che dice, ci entreranno anche in casa?". Se la pone la domanda il signor Angelo Manzo, che cerca di buttare il suo sguardo oltre la barriera acustica blu, consunta dallo smog, che ‘riparerebbe’ dal rumore i condomini delle case popolari di via Francoforte. Siamo in piena zona Passante, dove si butta il cuore oltre la tangenziale, e l’alba dell’accordo finale vidimato da Palazzo d’Accursio – due notti fa l’ok del Consiglio comunale alla localizzazione urbanistica dell’opera, per arrivare agli espropri manca solo l’ok ministeriale della Conferenza dei servizi, in agenda il 18 gennaio 2022 – è un nuovo giorno decisamente plumbeo.

Il ponte tra San Donnino e il Pilastro, sullo svincolo numero 9
Il ponte tra San Donnino e il Pilastro, sullo svincolo numero 9

"Il voto ha destinato la città ad anni bui sia per il traffico dei cantieri, che saranno sicuramente più lunghi di 5 anni, sia per il carico di inquinanti che non potrà essere mitigato da nulla – spiega Raffaella Narciso, residente in via Goldoni –. Penso poi che la fase 2 non ci sarà, la fascia boscata promessa 30 anni fa insegna. Trovo inoltre irrispettoso, mi passi il termine, che si dica che il Passante ora è ’green’: è irrispettosso soprattuto nei confronti di chi dovrà subirne tutti i disagi".

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"Dal mio punto di vista, però, il Passante potrebbe essere un’opportunità – spiega Elisabetta Collina, che incontriamo in via Machiavelli –. Da poco risiedo qui e avere una tangenziale che funziona meglio potrebbe essere un vantaggio per i cittadini. Sono contenta se sbloccano gli ingorghi che ci sono ora". Per Dino Guizzardi è tutto il contrario: "Ci sarà più smog, sono 45 anni che vivo qui e ne so qualcosa – spiega mentre rientra a casa –. Del resto questa era la soluzione peggiore, il bypass sotto la collina e l’anello a nord erano preferibili, ma c’è stata credo la netta contrapposizione dei Comuni della provincia". Ci spostiamo tra via Francoforte e via Zagabria, tra i palazzi c’è una scuola vuota e il deserto natalizio sembra quello d’agosto. "Questi quartieri si stanno spopolando, non c’è più la vita di una volta – aggiunge Angelo Manzo, a un passo dal suo garage che dista 9 metri dalla tangenziale –. Sta venendo a mancare la memoria storica, c’è un cambiamento in atto. Se abbiamo ricevuto avvisi di esproprio? Qui in via Francoforte no, di certo se devono allargare sarà un bel problema, lo spazio è esiguo. Siamo in apprensione – conclude Manzo –, vediamo cosa accade". Croce del Biacco Agli Stradelli Guelfi c’è uno dei quartier generali delle lotte ambientaliste, la sede di A.Mo Bologna con Luca Tassinari e Chiara Marina. Alle spalle del loro giardino la tangenziale che romba, e per prima cosa la coppia rispedisce al mittente l’invito del Comune a inserire un esperto dei comitati nell’Osservatorio di monitoraggio del Passante.

"Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto negli ultimi sei anni – spiega Tassinari, mentre mi mostra le foto dell’ultima protesta di due giorni fa, quando hanno recapitato un bel po’ di carbone a Palazzo –, abbiamo impugnato al Tar la procedura di valutazione d’impatto ambientale che ha dato il via al percorso approvativo del Passante, ora vogliono un nostro esperto accademico dentro a un organismo istituito proprio da quella Via? Sarebbe una contraddizione in termini, rifiutiamo, è il comune di Bologna che deve farsi carico della nomina di esperti qualificati. Chiediamo da sempre una vera indagine epidemiologica, nell’ordine del giorno approvato in Consiglio comunale si accenna a una ‘sorveglianza’: non basta. Noi chiediamo uno studio scientifico di alto livello, pubblicato su riviste scientifiche indipendenti, che ci dica nei 10 anni passati quanto l’inquinamento di Bologna è costato alla città in termini di ricoveri, malattie e morti premature. Lo chiediamo – aggiunge Tassinari – anche attraverso una petizione promossa da Aria Pesa e dalla Rete delle Lotte Ambientali. Torneremo a protestare pacificamente il 16 gennaio, con una biciclettata da piazza dell’Unità fino in Comune".

Per Gianluca Sanfilippo "rimane una trave sopra la testa dei cittadini: ogni giorno centinaia di migliaia di mezzi inquineranno ancora di più Bologna, è ridicola la merce di scambio di quattro colonnine di ricarica e due pannelli fotovoltaici". Infine Chiara Marini: "Quando avremo la famosa Fase 2? Quanti anni di cantieri dovrà sopportare questa povera gente? Perché si parla di partecipazione e poi delle persone anche nostre amiche prendono decisioni senza coinvolgerci? Ci sentiamo presi in giro".