Ponte di Vizzano, il cantiere slitta ancora

I lavori per la messa in sicurezza della struttura dovevano terminare nell’ottobre scorso. Proteste dei residenti e interrogazione dei civici

Il ponte di Vizzano è ancora chiuso e fioccano le proteste di escursionisti e residenti. Secondo i tempi del cantiere consegnato alla fine dello scorso ottobre dovevano essere conclusi da almeno due mesi e mezzo i lavori di ristrutturazione del suggestivo ponte che a poca distanza del Palazzo dei Rossi collega le due sponde del Reno a Pontecchio di Sasso Marconi.

Una struttura leggera e unica che si regge su piloni in vago stile Liberty elevati sul lato più protetto, mentre la parte restante è stata realizzata tutta in sospensione, con cavi e travi di acciaio che richiamano le linee del famoso ponte di Brooklyn. Tutti ingredienti che ne hanno fatto una specie di icona della zona e degli escursionisti che percorrono la Via degli dei e la Via della lana e della seta, che non mancano di aggiungere questa cartolina al loro diario di viaggio. E sarebbe meglio parlare al passato dal momento che dal 3 giugno 2020 per problemi strutturali è stato vietato il transito ai mezzi leggeri (auto o furgoni) che a senso unico lo hanno sempre percorso. Dallo scorso novembre poi il divieto è stato esteso anche a pedoni e ciclisti. Una interruzione invernale necessaria alla conduzione in sicurezza del cantiere che in 90 giorni doveva portare a termine il consolidamento della struttura in cemento e acciaio. Il tutto con una spesa a carico del comune di Sasso Marconi di circa 320mila euro. All’inizio di gennaio però i lavori sono stati sospesi per ragioni tecniche, ovvero per le basse temperature e il rischio di gelo che poteva compromettere la corretta esecuzione dell’opera. I lavori sono poi ripresi alla fine di marzo ed ora dal Comune fanno sapere che la riapertura è prevista intorno alla metà di maggio.

La lista civica Dimmi ha affidato ad una interrogazione la protesta dei residenti nei pochi pochi nuclei abitati delle case sparse sulla collina ad est del capoluogo che una volta sistemati piloni e pilastrini potranno calcarlo anche con le automobili, sempre una alla volta, come prima. Ma che a conti fatti per due anni hanno dovuto allungare sistematicamente i loro tragitti per andare a casa. Con l’aggravante della congestione della circolazione provocata dalla chiusura del ponte Leonardo da Vinci. Disorientati e arrabbiati anche tanti escursionisti, che con l’inizio della primavera frequentano con maggiore intensità la Via della lana e della seta e del parallelo corso della Via degli dei. "Non ci sono neppure indicazioni sulle vie alternative da farsi per superare questo ostacolo imprevisto che allunga non poco il percorso a piedi", protestano gli escursionisti.

Gabriele Mignardi