Proroga delle Usca, i sindacati dei medici all’attacco La Regione corre ai ripari: "Domani un incontro"

Sindacati dei medici sul piede di guerra, in Emilia-Romagna, per le modalità con cui la Regione ha deciso di prorogare fino a fine anno l’attività delle Usca, le unità speciali impegnate nell’assistenza domiciliare dei malati di Covid. Fimmg e Snami contestano che si tratti di un prolungamento delle funzioni Usca: in base alla nota inviata dall’assessorato alle Aziende sanitarie, "in realtà questa ‘proroga’ risulterebbe essere altra cosa", scrivono Daniele Morini, segretario regionale Fimmg, e Roberto Pieralli, presidente regionale Snami, in una lettera indirizzata all’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e ai medici delle Usca. In base a quanto scritto nella comunicazione ’Cessazione delle Usca e sostegno delle attività di assistenza e Pronto soccorso’, firmata dal direttore generale dell’assessorato Luca Baldino, si apprende che la Regione ha "provveduto con unilaterale e non concertato provvedimento – scrivono Morini e Pieralli – a determinare non solo possibili ampliamenti di funzioni, ma anche le tariffazioni, peraltro non prive di dubbi interpretativi, senza alcuna preventiva concertazione o interlocuzione sindacale".

Le due sigle sottolineano che "avrebbero gradito essere quanto meno informate" delle "modalità di ‘proroga’, forse più propriamente ‘modifica’ di inquadramento", che corrisponde nei fatti "a una cessazione delle

Usca a favore di un altro modello contrattuale e organizzativo con diversi compiti, funzioni e non di meno con una unilaterale determinazione delle retribuzioni".

La Regione assicura "massima disponibilità al confronto" con le organizzazioni sindacali dei medici per definire tutti gli aspetti relativi alle Usca. Parola di Luca Baldino, direttore generale dell’assessorato alla Salute, che replica così alla richiesta di chiarimenti avanzata dalla Fimmg e dallo Snami. "Come Regione chiedevamo da tempo al Governo un provvedimento che superasse la scadenza del 30 giugno, che abbiamo atteso fino all’ultimo ma non è arrivato. A quel punto – precisa Baldino in una nota – siamo dovuti intervenire, con la massima urgenza, per evitare che il personale si ritrovasse senza contratto e lasciasse l’incarico". Baldino sottolinea che "era essenziale farlo subito, per non lasciare a casa a partire da ieri i professionisti e le professioniste che hanno lavorato con impegno in questi mesi: una necessità ancora più stringente in questo periodo, dove la carenza di medici è concreta". Baldino conclude annunciando che "già lunedì ci sarà una immediata convocazione di un tavolo di confronto".

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