Protesta ambulanti Piazzola a Bologna: "Bonaccini ci faccia riaprire"

Prima hanno allestito tavoli in piazza VIII Agosto poi in corteo sono arrivati in Regione. "Finiti i soldi anche per il regalo di compleanno a mia figlia"

La protesta degli ambulanti della Piazzola (Foto Schicchi)

La protesta degli ambulanti della Piazzola (Foto Schicchi)

Bologna, 9 aprile 2021 -  La protesta degli ambulanti in corteo a Bologna per lanciare un sos è arrivata fino alla sede della Regione Emilia-Romagna. I commercianti della Piazzola, storico mercato all'aperto di Bologna chiedono di poter riaprire quanto prima. Dopo aver allestito tende e tavoli in piazza VIII agosto per esibire gli slogan di protesta, i furgoni sono partiti suonando i clacson e raggiungendo viale Aldo Moro, dove hanno organizzato un presidio, chiedendo un incontro al presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

Bandiere tricolori sui mezzi o legate in nastrini al braccio, cartelli con scritto "Mai più chiusi,  adesso Basta", trombe e megafoni hanno dato vita alla manifestazione pacifica, controllata dalle forze dell'ordine. "Il presidente Bonaccini - dicono - deve dare delle risposte, anche alla nostra categoria ormai in ginocchio da troppo tempo". 

Senza più nemmeno i soldi per comprare il regalo di compleanno della figlia. E, per fortuna, che per ora ha rimediato con l'aiuto di una collega: ma è arrivato fin qui il dramma dei commercianti ambulanti della che questa mattina sono tornati nella 'loro' piazza, ma senza poter aprire i banchi. "Non ce la facciamo più - sintetizza al microfono Natascia Merighi che, dopo il presidio in piazza 8 agosto si è messa alla testa del corteo di mezzi diretto in Regione per incontrare l'assessore al Commercio Andrea Corsini e il sottosegretario alla presidenza Davide Baruffi.

"Siamo qui per raccontare qualche storia di sopravvivenza, ma non ce la facciamo più - dicono al microfono gli ambulanti -  abbiamo bisogno che ci aiutino, chiediamo solo di poter lavorare". "Abbiamo messo l'inno di Mameli perché ci sentiamo italiani - dicono - anche se chi ci governa non ci rappresenta".

Con loro protestano i colleghi 'fieristi': "Siamo stati chiusi per una questione nominale: è bastato dire che le fiere vengono fermate...". Gli ambulanti in piazza si alternano al microfono. "Siamo qui perché non è vero che non serve a niente. Non serve a niente stare a casa sul divano. Sul divano attaccati a un computer: non è quella la vita, la vita è il lavoro", grida una commerciante con pettorina gialla dopo che Merighi aveva esortato a lasciare la parola alle donne.

Il tema è uno solo: far ripartire i mercati. "Siamo all'aperto, all'aperto", ripete una commerciante. "E siamo stufi di sentire, 'faremo', 'abbiamo dato i i ristori, e che la violenza non è tollerabile: sono frasi fuori dalla realtà" se paragonate con le situazioni economiche. "Siamo in questo inferno da 14 mesi".

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