Bologna, botte e rapina al minimarket. Incastrato dai video per colpa del dito amputato

In carcere 48enne L. B., ritenuto responsabile dell’aggressione del 22 gennaio in zona Marco Polo

L'indagine della Squadra Mobile

L'indagine della Squadra Mobile

Bologna, 26 febbraio 2021 – È ritenuto responsabile di lesioni personali aggravate, rapina e danneggiamento in concorso con altro uomo rimasto ignoto, porto abusivo d’arma e oltraggio a pubblico ufficiale il 48enne L. B. già noto alle forze dell’ordine, arrestato ieri dalla squadra mobile di Bologna L’uomo, finito in carcere sulla base di un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari, Francesca Zavaglia, è originario di Lucera (Foggia), ma residente a Bologna da vent’anni. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Tommaso Pierini, sono state avviate a seguito della brutale aggressione, a colpi di spranga, compiuta lo scorso 22 gennaio ai danni di un bengalese, dipendente di un minimarket situato in zona Marco Polo. Dopo aver ascoltato testimoni e analizzato le telecamere dell’impianto di videosorveglianza, gli inquirenti hanno identificato in B. l’autore materiale delle lesioni provocate al negoziante e della rapina (una bottiglia di birra e 20 euro) compiuta nell’occasione, unitamente al danneggiamento del negozio, assieme a un’altra persona. Nonostante l’attento travisamento di L. B. e del suo complice (entrambi pesantemente vestiti e coperti nel volto con mascherine, cappelli e cappucci), veniva rilevato un tratto unicamente riconducibile al 48enne, ovvero l’amputazione della falange del dito indice destro. Le attività hanno inoltre permesso di accertare che, alla base dell’aggressione, c’era stata una ritorsione compiuta da L. B. ai danni del bengalese, responsabile di averlo denunciato poco prima alle autorità per le minacce attuate e seguite al suo comportamento violento e prevaricatore. Durante lo svolgimento delle indagini, gli investigatori avevano già sottoposto a perquisizione l’abitazione del 48enne, nella quale era stata individuata, in un locale appositamente predisposto, una piantagione di marijuana composta da 12 piante in inflorescenza. Per quell’episodio, che ha portato al sequestro di un chilo di erba, L. B. è stato denunciato a piede libero.  

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