Rossoblù a San Luca: "Davide, torna presto"

Il pellegrinaggio verso il sacrario della Madonna per il ventenne pestato a Crotone. Don Massimo: "Vinceremo questa partita"

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di Marco Santangelo

Don Massimo Vacchetti è fermo, in pedi, sui primi scalini sotto l’arco del Meloncello. Attorno a lui cominciano a raggrupparsi i fedeli che hanno risposto alla chiamata dei ’Pellegrini Rossoblù - Insieme per Sinisa’ quando, giorni fa, hanno proposto un pellegrinaggio al santuario della Madonna di San Luca per Davide Ferrerio; il 22enne, oggi in coma al Maggiore, che l’11 agosto è stato brutalmente pestato a Crotone per uno scambio di persona. Alle dieci del mattino quasi un centinaio di cittadini sono pronti per partire. Ci sono i bambini con la maglia del Bologna, l’amministrazione comunale, i tifosi, gli amici e la famiglia di Davide. È il risvolto di questo tragico evento, il muro che Bologna contrappone alla violenza: come un unico corpo tutti i presenti si stringono intorno a mamma Giusy e Papà Massimiliano prima di passare sotto le 666 arcate con lo stendardo del Bologna calcio. Nessuno promette vendetta e la giustizia è innominata. È il giorno della preghiera, della speranza. Il giorno in cui si è deciso di mettere da parte l’astio "perché ora dobbiamo pensare solo al risveglio di Davide", dice Don Massimo.

La salita ha il silenzio della riflessione, interrotto qua e là dall’interfono dal quale Don Massimo diffonde le preghiere e i pellegrini rispondono all’unisono.

Un momento di solidarietà al quale anche il Cardinale Matteo Maria Zuppi ha voluto partecipare affidando il suo messaggio a Don Massimo: "Vi auguro di camminare scoprendovi più uniti e sapendo che la preghiera è come l’urlo della curva...Dà forza a chi è in campo e lotta, ma anche a chi è sugli spalti, come i suoi familiari e amici che soffrono con lui. La vera vittoria è la resurrezione e noi attendiamo che Davide si svegli".

L’assessora comunale allo sport, Roberta Li Calzi, si lascia andare in un lungo abbraccio con il papà di Davide. Poi, con gli occhi lucidi, sottolinea come "iniziative come questa dimostrano che Bologna è una comunità che si stringe attorno ai dolori per non lasciare i suoi cittadini da soli in momenti tristi e sofferenti come questi".

Intorno alle 11 i pellegrini arrivano all’ombra del santuario. Papà Massimiliano prende la parola per ringraziare tutti i partecipanti. Al suo fianco c’è Alessandro, il fratello di Davide. Guarda tutti i fedeli presenti negli occhi mentre esprime la propria riconoscenza: "Questo giorno ci dà una grande forza. Ogni pomeriggio da più di due settimane andiamo a trovare Davide in ospedale e credetemi ci vuole molta forza per stargli vicino e quella forza ce la state dando anche voi attraverso la vostra positività". Mamma Giusy, invece, ringrazia a voce a bassa, nelle sue parole c’è lo "strazio di una madre che non dovrebbe mai vivere momenti come questi".

È quasi mezzogiorno quando le ultime preghiere congedano i pellegrini. E più che una preghiera nel giardino del santuario Don Massimo parla di "tifo, quel tifo dei pellegrini rossoblù che è come una grande preghiera. Come Davide quando era in curva ad incoraggiare la squadra, così noi oggi abbiamo voluto con questa preghiera del rosario, che vuole essere il grembo della speranza, incitare lui e la sua famiglia affinché possano vincere questa partita".

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