Salute, ansia: chi è più a rischio

Nuovo studio dell'Università di Bologne e Messina: chi è attivo la sera è più propenso a sviluppare disturbi

Bologna, 29 novembre 2022 - Le persone più attive di sera presentano un apprendimento della paura alterato: una caratteristica che spiegherebbe il maggiore rischio per queste persone di sviluppare disturbi d'ansia.

Nuovo studio sui disturbi collegati all'ansia dell'Università di Bologna e Messina
Nuovo studio sui disturbi collegati all'ansia dell'Università di Bologna e Messina

Lo studio del team internazionale di ricerca coordinato da studiosi delle Università di Messina e Bologna, pubblicato sul Journal of Affective Disorders, rivela che chi è più produttivo nelle ore serali presenta una maggiore attivazione del Sistema Nervoso Autonomo (Sna) in compiti di apprendimento implicito della paura.

"Con il temine cronotipo ci si riferisce alle differenze di prestazione che ogni persona ha in relazione ai periodi di sonno e veglia nell'arco delle 24 ore della giornata. Possiamo avere un cronotipo mattutino se preferiamo svegliarci presto e avere un buon rendimento nelle attività che iniziano al mattino, un cronotipo serale se siamo più produttivi di notte e preferiamo restare svegli fino a tardi, o infine intermedio, se ci adattiamo facilmente agli orari mattutini e serali", spiega Carmelo Mario Vicario, direttore del Laboratorio di Neuroscienze Cognitive e Sociali dell'Università di Messina.

Studi precedenti avevano mostrato una relazione tra cronotipo serale e l'insorgenza di disturbi mentali come l'ansia e il disturbo da stress post-traumatico. "Nel nostro studio abbiamo indagato se in persone con cronotipo serale siano alterati alcuni meccanismi alla base di questi disturbi, e se siano legati all'apprendimento della paura", aggiunge Vicario.

I risultati ottenuti lo confermano: una maggiore vulnerabilità ai disturbi d'ansia delle persone con cronotipo serale può essere legata a un alterato meccanismo di acquisizione della paura. "Questo studio fornisce nuove informazioni sull'influenza del cronotipo sui processi cognitivi e affettivi, suggerendo che la maggiore vulnerabilità del cronotipo serale all'ansia e ai disturbi correlati può essere mediata da un alterato apprendimento implicito della paura", spiega Alessio Avenanti, professore al Dipartimento di Psicologia 'Renzo Canestrari' dell'Università di Bologna-Campus di Cesena, tra i coordinatori della ricerca.

"I risultati ottenuti hanno diverse implicazioni: si potrebbe ad esempio agire sul cronotipo per ridurre i livelli di ansia e stress, monitorando l'efficacia dell'intervento con il protocollo di realtà virtuale che abbiamo utilizzato".

I partecipanti allo studio indossavano un caschetto ed erano immersi in un ambiente di realtà virtuale nel quale osservavano stimoli visivi inizialmente neutri e che potevano predire "l'occorrenza di una scena che induceva paura", ovvero un mostro che appariva improvvisamente simulando un'aggressione nei confronti dell'osservatore. 

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