Bologna: scritte e vandalismi No Vax, sette indagati per associazione a delinquere. Chi sono

La Digos ha individuato gli attivisti del gruppo ‘Guerrieri Vivi’ e sequestrato diverso materiale nascosto in un garage usato come base logistica

Le enormi  scritte No Vax su una scuola

Le enormi scritte No Vax su una scuola

Bologna, 2 marzo 2023 – Tutti insospettabili. Tutti incensurati. Tutti No Vax convinti. E tutti ‘praticanti’. Sono i ‘Guerrieri Vivi’ su cui la Digos ha stretto il cerchio: sette persone (tre bolognesi, un ravennate, un modenese e un lombardo) sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di associazione a delinquere, istigazione a delinquere, danneggiamento e imbrattamento, al termine del lavoro complesso portato avanti dai poliziotti. Che con appostamenti, osservazione e solo in un secondo tempo attività tecniche, sono riusciti a individuare gli autori di almeno 25 danneggiamenti compiuti dal sodalizio oltranzista, che si ritrovava sulle chat di Telegram per organizzare le ‘azioni’. L’ultima, eclatante secondo gli appartenenti al sodalizio, sarebbe dovuta andare in scena il 4 marzo. Ma la Digos, nell’indagine coordinata dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal pm Antonello Gustapane, ha ‘raffreddato’ la loro esuberanza.  

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Le indagini 

La polizia ieri ha eseguito quattro perquisizioni a casa di altrettanti degli indagati. E, in particolare, ha individuato un garage, in periferia a Bologna, che fungeva da base logistica per il gruppo. Qui sono stati trovati e sequestrati  numerosi estintori, torce, radioline walkie Talkie, body camera, droni e diversi secchi di vernice. Erano, inoltre, presenti capi di abbigliamento, tute, scarpe, giacche anche con simboli dei Guerrieri Vivi, diversi striscioni e manifesti contenenti scritte inerenti a tematiche no vax e riferimenti al nazismo, diversi zaini già pronti con materiale quali estintori, bombolette di vernice, nonché megafoni, fionde con elastici, delle balestre e materiale informatico.

I vandalismi No Vax

Le indagini della Digos sono partite all’inizio dell’anno scorso e l’ultimo episodio contestato ai sette indagati  risale al 5 gennaio scorso, quando tre attivisti (due donne e un uomo residenti tra  Bologna, Modena e Ravenna) vennero individuati e indagati  perché sorpresi nella notte mentre danneggiavano alcune vetrate del palazzo del Comune in piazza Liber Paradisus, vergando delle scritte, in vernice rossa, a carattere cubitale, ma non completate: “Vax x D” e “Vax e 5”.

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Tra gli altri episodi più rilevanti c’è quello avvenuto il 30 giugno 2022, quando due donne travisate avevano scritto, sempre in rosso, "La società include non discrimina”, “solidarietà ai lavoratori traditi da sindacati nazisti venduti”; “VIVI”; “Non c’é scelta se la paghi con la perdita del lavoro”; “Vivi libero”; “Nella lotta dei v_v solo apoliticità no dx o no sx ambiguità siete sindacati nazisti questa è la verità” e “sindacati nazisti vivi”. Successivamente, il 25 luglio erano state prese di mira le sedi della Cgil di Funo di Argelato e della  Uil di Bologna nonché la sede della Regione, con enormi scritte  sui muri: “Nella lotta dei v_v solo apoliticità siete sindacati nazisti questa è la verità”; “Questo non è vandalismo è lotta per la libertà e diritti e consenso estorto il nazismo è risorto”; “I nuovi nazisti landini sbarra bombardieri traditori del popolo”; “Da nazi g.p. a identità digitale incubo del controllo totale”; “Vivi lotta libertà e diritti”; “Vivi”; “Cgil nazista”; “Uil nazi”; “Il vax uccide”. Oltre alle scritte enormi, su due scuole di Bologna e Casalecchio, il 7 dicembre 2022.

Chi sono

Gli indagati sono due uomini, di 37 e 39 anni, e cinque donne, tra i 30 e i 59. Tre vivono a Bologna, gli altri tra Modena, Ravenna, Parma e la Lombardia. Sono tutti incensurati e fanno i mestieri più disparati: c’è un’esperta di omeopatia, un’insegnante, un disoccupato, un operaio metalmeccanico. Come accertato dalla Digos, la principale base di reclutamento dei ‘Guerrieri’ è il social Telegram, dove venivano invitati i soggetti vicini all’idea No Vax pescati su altri social. E in rete venivano ‘educati’, al pensiero e all’azione, fino a fornire loro anche il materiale per le azioni, quando erano pronti per commetterle. 

La reazione

Sulla chat Telegram, tra le varie farneticazioni degli altri sodali, oggi è comparso un messaggio per annullare l’azione prevista per sabato in città. Nel corpo del messaggio, dal quale trapela, in particolare, la rabbia per i sequestri subiti e per il fatto che la polizia abbia individuato la base operativa, si invitano gli appartenenti alla chat a una nuova azione: “Fortuna nostra che hanno agito troppo presto, altrimenti altrimenti avrebbero trovato ben di più nel deposito”, scrivono. Dicendosi già pronti a riorganizzarsi.                                                          

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