Sicurezza stradale, a Bologna scatta il ‘piano metropolitano’: modello zona 30 anche in provincia

Si punta a continuare con la strategia di moderazione del traffico e portare, dove possibile, la riduzione del limite minimo di velocità anche in altri comuni del territorio

L'obiettivo del piano è portare dove possibile la zona 30 anche in provincia

L'obiettivo del piano è portare dove possibile la zona 30 anche in provincia

Bologna, 19 settembre 2023 - Comune e Città metropolitana presentano il ‘Pimes’: il Piano integrato metropolitano per la sicurezza stradale.

L’obiettivo è continuare con la strategia della “moderazione del traffico” ed estendere il modello della zona 30, dove e quando possibile, anche ad altri Comuni della provincia, per arrivare ad azzerare in 10 anni la mortalità sulle strade provinciali del territorio e ridurre del 50% l’incidentalità grave.

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Scopo principale del Pimes è quindi arrivare dove ha fallito il Pums (Piano Urbano della Mobilità sostenibile), cioè ridurre del 50% l’incidentalità generata dal traffico urbano nell’arco di un decennio, ma con il target al 2026 (per il Pums il confronto era tra 2010 e 2020).

Altri obiettivi, da perseguire sempre nel prossimo triennio, sono azzerare la mortalità ciclabile e pedonale e ridurre del 90% gli incidenti causati da infrastrutture.

“Lavoriamo soprattutto sul rapporto tra incidentalità e traffico - spiega Maurizio Martelli, dirigente settore Strade, sicurezza e ciclovie della Città metropolitana -. Stiamo individuando tutta una serie di esempi molto diversi tra loro. Non ci sono Comuni prioritari rispetto ad altri, ma sì: la zona 30 può essere applicata all’intero territorio, seppur con modalità diverse”.

Il tutto, in linea con il Pnss (Piano nazionale della sicurezza stradale), che mira al -50% di morti e feriti gravi al 2030 sul 2019. Il 2023 per il Pimes sarà quindi l’anno dei finanziamenti e delle azioni integrate. Educazione stradale a scuola, analisi degli scontri stradali e determinazione di un indice di pericolosità anche predittivo, controllo dell’eccesso di velocità, riprogettazione delle strade con una strategia per i centri abitati: questi alcuni degli impegni presi.

“Pensiamo che il modello della moderazione traffico sia buono per tutti i Comuni, anche quelli diversi da Bologna - insiste Simona Larghetti, consigliera metropolitana con delega alla Sicurezza stradale e mobilità ciclistica -. Ma è altrettanto chiaro che le dinamiche di trasporto e prevenzione a Imola saranno diverse da quelle che dovremo impugnare a Camugnano, per fare un esempio. Il nostro motto è: ‘Dalla città corridoio alla città salotto’, perché gli assi principali di Bologna sono dei corridoi che spaccano in due la città. E nessuno, a cada proprio, vorrebbe vivere in un corridoio”.