Silenzio, parlano gli smartphone

Giorgio

Comaschi

Vista da un paio di tavoli di distanza la scena è questa: cinque ragazze, chiuse in se stesse, tuffate dentro il proprio smartphone, le faccine illuminate dallo schermo.

Ma tutte e cinque, non che una, o due magari, stanno chiacchierando.

No. I camerieri portano il menù.

Lo ignorano. Solo ogni tanto una mostra il cellulare alla vicina di posto e ride già. Sta facendogli vedere una fotina o un vedeino, di quelli buffi che girano su internet.

L’altra guarda e ridono di gusto, annuendo. Poi di nuovo ognuna riprende a "scrollare" il telefono.

Altre due fanno la stessa cosa, si mostrano qualcosa sul video e "eheheheh", risata. Poi di nuovo tutte e cinque in assoluto silenzio.

Delle lucine. Come delle candele votive accese in una chiesa. Arriva la sesta ragazza, una con gli occhiali. Le altre posano il cellulare. Si abbracciano e si baciano, sorridenti. Poi si risiedono.

La sesta prende anche lei il suo smartphone e si tuffa nello schermino. Adesso sono in sei. In silenzio.

Arriva il cameriere, ordinazione veloce e poi di nuovo lì a lavorare freneticamente con le ditine. Il fatto che arrivino i piatti e si mangi è completamente ininfluente.

Solo un fastidioso intoppo, che fa interrompere le delicatissime operazioni.

Si fanno vedere ancora qualche videino con risatina e poi si arriva alla fine della cena.

Si paga il conto e anche quello è un inconveniente che fa purtroppo alzare la testa dallo schermo. Poi si infilano i cappotti e i giubbotti e si alzano, in silenzio.

Sulla porta una fa vedere una fotina a un’altra. Ridono. Fine. "Che bella serata ieri sera, eh?".

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