CLAUDIO CUMANI
Cronaca

"Sono suonato e mi trasformo in Mozart"

Dario Vergassola al Manzoni per un’intervista ’impossibile’. Con i musicisti del Comunale

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di Claudio Cumani

Racconta che quando viaggia in macchina da solo ascolta improbabili raccolte musicali che mischiano Jimi Hendrix al Requiem di Mozart e che in quella schizofrenia sonora si ritrova a meraviglia. "Con il passare del tempo – dice Dario Vergassola – mi è cresciuta però la curiosità verso la classica. Penso che il grosso pubblico la schivi solo perché non la conosce, esattamente come succede con la letteratura". Lui, che ha cominciato a suonare la chitarra in osteria, indosserà stasera i panni niente meno che di Wolfgang Amadeus Mozart nella serata inaugurale di ‘Entroterre Festival’. L’appuntamento è alle 21.30 al Manzoni. La rassegna, che prevede 60 eventi in 6 province della regione, si apre appunto con uno spettacolo che mischia musica e parole: Vergassola-Mozart sarà intervistato da Luca Damiani (voce di Radio3) mentre i Solisti e l’Orchestra della Scuola del Comunale, diretti da Massimo Taddia, proporranno 11 brani del Salisburghese.

Vergassola, ma perché hanno chiamato proprio lei per interpretare Mozart?

"Credo che sia una follia che ha qualcosa da spartire con l’universo mozartiano. La cosa incredibile è che da più parti mi sono arrivate proposte per eventi legati a questo musicista. Tutto ciò non può che lusingare uno come me che non ha orecchio, ha fatto l’istituto tecnico e che al bar è ritenuto suonato".

Lui è stato un genio giovanile. La stessa cosa è capitata anche a lei?

"Proprio no, credo di essere stato più fortunato che geniale. Per me è arrivato tutto tardi: ero un logorroico ipercinetico che ha avuto il guizzo di entrare nel cabaret. Mia moglie me lo dice ancora: finché il pubblico non se ne accorge, tu vai avanti...".

Con l’opera ha comunque una certa frequentazione?

"Resto sempre affascinato dalla bellezza, ascoltare grande musica è come guardare un tramonto. Con David Riondino abbiamo curato anche un’edizione teatrale di Traviata. Quando incontri certe partiture capisci perché l’Italia è famosa nel mondo per la sua lirica".

C’è oggi un nuovo Amadeus?

"C’è gente che sta a metà fra lui e un musicista quale Frank Zappa. Mi viene in mente un’esperienza come quella di Elio e le Storie Tese".

Che ne pensa del giallo legato al tema per l’ammissione all’Accademia Filarmonica? In che misura Padre Martini lo aiutò?

"Beh, a me sconvolge l’idea che il ragazzo fosse raccomandato o, peggio, abbia fatto il Cepu. Io, in quanto Mozart per una sera, posso dire che di Bologna mi ricordo in effetti il vecchio Made in Bo, un ristorantino e quella volta che ero venuto a fare un concorso...".

Crede che Mozart sia stato avvelenato da Salieri?

"Credo che Salieri stia a Mozart come Morgan a Bugo".

Dicono che giocasse su un umorismo solo a tratti osceno. Le risulta?

"Sapeva miscelare l’Alto e il Basso. Ma se era un umorista anche osceno, mi spiego perché stasera mi hanno invitato".

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