"Strage, il corpo di Maria non si troverà più"

La cugina Laura Fresu: "Manca la volontà di cercarlo, anche i fratelli hanno perso le speranze. La verità? Lo Stato l’ha sempre coperta"

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di Nicola Bianchi

Quarantadue anni dopo, ciò che resta del corpo di Maria Fresu manca ancora all’appello. "E la scienza – spiega la cugina Laura – ha detto chiaramente che non può essersi dissolto nella deflagrazione della bomba. Inaccettabile che dopo aver dimostrato l’errore dello scambio di persona, ora non si voglia fare nulla per arrivare alla verità". La bomba fu quella messa nella sala d’aspetto della stazione il 2 agosto 1980: 85 vittime, tra cui Maria, 23 anni, e la figlioletta Angela di 3, e oltre 200 feriti.

Laura, martedì Bologna ha ricordato quel massacro...

"E io ho continuato a pensare: dov’è Maria? Dov’è finito il suo corpo? E perché non lo si cerca più?".

Che risposte si è data?

"Che manca la volontà di farlo. Così come manca la volontà di arrivare alla verità di quella maledetta strage".

Si spieghi meglio.

"Sono trascorsi 42 anni, possibile che non si sappia ancora tutto? Troppi demoni restano nascosti dentro quel sarcofago e qua fuori troppe persone non vogliono farli uscire perché per qualcuno, evidentemente, sarebbe troppo pericoloso. In Italia non si arriva mai alla verità totale, pensi anche al sequestro di Aldo Moro. Quante cose oggi ancora non sappiamo e non sapremo forse mai. Io ci ho provato, ma da sola contro tutti è dura".

Sta dicendo che ha perso la speranza di trovare il corpo di sua cugina?

"Già. E non c’è quasi più intenzione nemmeno da parte dei suoi fratelli, tutti molto stanchi perché il tempo passato è davvero troppo".

Qualcuno aveva abbozzato l’idea di aprire le tombe di tutte le 85 vittime, fare una campionatura a tappeto, prelevare il Dna e cercare quello di Maria. Possibile?

"Con la volontà si arriva ovunque, ma qui, ripeto, da parte dei potenti non c’è. Il genetista Emiliano Giardina, ad esempio, si era proposto di utilizzare la scienza per cercare Maria, gli è stato negato. Quindi di cosa parliamo?".

Tre anni fa, nel corso del processo contro l’ex Nar Gilberto Cavallini, la doccia fredda: il lembo facciale nella tomba a Montespertoli (FI) non era di Maria Fresu.

"Per 40 anni abbiamo pianto sui resti sbagliati, terribile no? ".

Quanti anni aveva quando sua cugina morì?

""Dieci. Spesso da Roma, con la mia famiglia, andavamo a Montespertoli a trovare Angela e Maria. Poi la bomba cancellò tutto. Ricordo le grida di mamma alla notizia e ricordo come se fosse oggi quando entrai nella stanza dove vennero riportate le valigie di Maria e Angela. Erano marroncine, legate alla meno peggio con ancora le mollettine arancioni della bimba attaccate".

Dopo 42 anni, come ha sottolineato il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi, c’è ancora chi depista le indagini.

"E altri depistaggi arriveranno perché lo Stato cercherà sempre di spostare l’attenzione altrove".

Sono stati scoperti i mandanti, le coperture e il quinto uomo della strage. Ha mai creduto che esistesse un’altra verità?

"Parlano chiaramente le sentenze, ma come fai a non pensare anche che ci possa essere dell’altro? Mambro e Fioravanti hanno sempre confessato ogni orrore commesso, ogni omicidio, mai però la strage rigettando l’accusa. Qualche dubbio ti viene, dunque. Poi può anche essere che pure loro abbiano sempre nascosto qualcosa, non so. Se lotti contro un gigante, puoi fare leva sui suoi piedi di argilla ma non riuscirai mai a buttarlo giù fino in fondo".

Maria Fresu riuscirà un giorno ad avere pace?

"Le dico solo che per la sua famiglia Maria è il vento e l’energia che ogni giorno fa andare avanti, nonostante tutto".

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