Sul divano con Alex Britti "Io e la chitarra ritrovata"

Stasera al Duse il concerto intimo del cantautore, solo sul palco "Importante lo scambio umano con il pubblico e l’improvvisazione"

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In scena c’è solo un divano, le luci che sottolineano un ambiente minimo, famigliare, e una grande scelta di chitarre. Una dimensione intima che fa da sfondo al concerto che Alex Britti porta al Duse questa sera Tour sul divano. Uno spettacolo essenziale, che invita l’ascoltatore a concentrarsi sulle canzoni, senza orpelli.

Britti, sarà sul palco da solo.

"Questo tour teatrale, che per me è l’occasione per ripercorrere, dagli esordi a oggi, la mia carriera, è un omaggio al suono, alla capacità che le canzoni hanno di parlare al cuore. Il concerto sarà un viaggio in mia compagnia. E per intraprenderlo non c’è bisogno di altro, se non della chitarra e della voce".

Un ritorno alle basi.

"Sì, è come se mi mettessi a nudo. Oggi i concerti, come i dischi hanno sempre bisogno, per essere accattivanti, di uno uso ampio delle macchine elettroniche, che permettono di non sbagliare mai, di confezionare e proporre un prodotto perfetto ma asettico. I concerti di Tour sul divano sono l’opposto: l’errore, l’improvvisazione, lo scambio con il pubblico esaltano il ‘fattore umano’ che è una componente della musica importante come l’originalità".

Lei arriva a Bologna dopo la pubblicazione di un disco molto particolare, ‘Mojo’.

"Mojo è stato un omaggio alle mie radici, al suono del Delta del Mississippi, il blues, che è la mia principale fonte di ispirazione. E’ un disco dove i riferimenti, le citazioni, le fonti alle quali attingo da quando ho iniziato a suonare sono evidenti. Da Stevie Ray Vaughan a Jimi Hendrix, da Santana a Paco de Lucia. Un disco strumentale, niente testi, che è anche una dedica alla chitarra, il mio strumento".

Chitarra che sarà con lei, unica compagnia.

"Sì, ci saranno tantissime chitarre. Ognuna ha segnato una tappa della mia carriera, ognuna porta con sé un storia legata alle canzoni che eseguirò. A iniziare dalla primissima che acquistai quando ero giovanissimo e volevo emulare il mio idolo di allora come adesso, Edoardo Bennato".

Una chitarra che ha ritrovato casualmente.

"L’avevo perduta, si trattata di una E. Ros, marca economica, l’unica che allora potevo permettermi. Un giorno, poco tempo fa, la trovo, identica, su un mercatino di strumenti musicali on line. Uguale, persino la stessa custodia. Ho contattato la venditrice, l’ho comprata. Era una copia quella con la quale ho iniziato a suonare. Sarà con me sul palco a Bologna"

In che brano la utilizzerà? "Nell’unica cover di Tour sul divano, che sarà proprio una canzone di Edoardo Bennato, il brano che mi ha fatto diventare quello che sono adesso, L’isola che non c’è. Nel salone della mia casa, che è anche il posto dove provo le nuove canzoni e dove studio lo strumento, questa chitarra è sempre presente. Mi regala un effetto nostalgia che ha la capacità di portarmi indietro nel tempo, quando ascoltavo Bennato e sognavo di diventare bravo come lui. Ma anche di questo parlerò a Bologna, tra una canzone e l’altra".

Pierfrancesco Pacoda

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