Bologna, sul ring per combattere l’emarginazione

Giuni Ligabue, tecnico federale di boxe, lancia la Pugilistica Navile: "Insegneremo questo sport con attività di recupero per i soggetti fragili"

Sul ring per combattere l'emarginazione

Sul ring per combattere l'emarginazione

di Leo Turrini

Il pugilato come moderna forma di volontariato sociale. Non è una esagerazione, semmai un richiamo e un ritorno a quella che veniva chiamata la Nobile Arte.

Ci crede tantissimo Giuni Ligabue, 41 anni, emiliano doc, tecnico federale di boxe e responsabile del settore giovanile Emilia Romagna. Giuni ama le atmosfere del ring sin da quando era bambino. Pugile in gioventù, ha combattuto tra i dilettanti come superwelter, la categoria dei primi trionfi di Nino Benvenuti e Sandro Mazzinghi, Giuni sa tutto dei miti americani del quadrato, ha scritto un libro bellissimo sulle suggestioni della scuola cubana e insomma conosce la materia come pochi.

Adesso viene il tempo di tradurre nel sociale una passione che è figlia di un convincimento profondo. Appunto Nobile, come un’arte umanissima. Come?

"La boxe non è violenza – sospira Ligabue –. Anzi, quando viene interpretata in modo corretto si trasforma in un’arma contro l’alienazione, contro l’emarginazione…".

Così, a gennaio nell’area dell’Arcoveggio si alzerà il sipario sulla Pugilistica Navile.

Una palestra che non sarà soltanto una palestra. Ma un luogo di incontro, aperto a tutti.

"Insieme a Chiara Gregoris, che è pugile di interesse nazionale a livello minimosca, e al preparatore Matteo Zuffranieri portiamo avanti l’idea di valorizzare il pugilato come strumento di inclusione sociale – aggiunge Ligabue –. Svilupperemo attività di recupero per i soggetti fragili. Lavorerà con noi una onlus come Sport Fund. Contiamo di poter accogliere fino a centocinquanta persone. Uomini e donne, ragazze e ragazzi, senza distinzioni. Insegneremo boxe per aiutare a vivere meglio".

Promette di diventare una bella storia, questa della Pugilistica Navile. Anche perché, per stare solo all’elemento agonistico, sullo sfondo riaffiorano i ricordi di personaggi che hanno contribuito al fascino di una Bologna che non c’è più.

Cavicchi, il colosso sul ring di un dopoguerra che era un pentolone ribollente speranze.

Il leggendario Nino Benvenuti, che fece di Bologna la sua seconda casa, grazie alla fraterna amicizia con il manager Nino Amaduzzi.

E ancora Dantone Cané, il macellaio che divorando bistecche diventò campione italiano dei pesi massimi.

A pensarci bene, la Pugilistica Navile è un incrocio fra il passato migliore e un futuro dà immaginare felice.

Chi volesse contribuire all’iniziativa può aderire alla raccolta fondi consultando il sito www.eppela.com (al momento sono già stati raccolti 5.392 euro, già oltre la metà dell’obiettivo previsto di 10mila euro).

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