Bologna, 14 aprile 2024 – Il rumore infernale nei racconti dei superstiti, il fortissimo odore avvertito anche fuori dalla centrale dai ragazzini in gita (che erano appena usciti), poi il boato. L’esplosione e l’incendio. Che può essere stato alimentato solo da un combustibile. Come per esempio il tanto olio presente nella zona dei cuscinetti dell’alternatore. Sì, l’alternatore. E’ proprio l’enorme macchinario che stava al piano -8 della centrale di Bargi (immersa nel bacino artificiale di Suviana) ad essere al centro dell’interesse di chi deve ricostruire cosa sia accaduto pochi minuti prima delle 15 de 9 aprile.
La scatola nera
L’inchiesta è partita con il sequestro del sistema Scada, una sorta di scatola nera della centrale, che traccia informatica di tutti i parametri di funzionamento dei macchinari. Ma per analizzarla serviranno periti specializzati e forse anche gli avvocati dei futuri iscritti nel registro degli indagati: perché anche questo è un passaggio che avverrà nei prossimi giorni e potrà essere anche un passaggio – appunto – tecnico che servirà per proseguire nelle indagini.
L’alternatore
Ma torniamo all’alternatore: un macchinario da 150 tonnellate collegato da un enorme albero alla turbina che sta al piano -9. Un macchinario che vortica a 370 giri al minuto e converte l’energia meccanica fornita dalla turbina – spinta dall’acqua – in energia elettrica sotto forma di corrente alternata generata dall'albero del rotore. Nell’alternatore c’è l’olio.
L’acqua
Nella centrale di Bargi c’è ancora acqua: le idrovore lavorano a pieno ritmo per svuotare l’enorme struttura: l’acqua, piena di materiale inquinante, viene immagazzinata in cisterne e portata via per essere smaltita. Quando la centrale di dieci piani in negativo sarà asciutta, bisognerà per prima cosa assicurarsi che non ci siano danni alla struttura di cemento armato che è stata sottoposta a sollecitazioni enormi, anche a causa del peso dell’acqua che l’ha riempita fino a piano -7.
L’inchiesta
Sarà lunga e piena di questioni tecniche, Enel Green Power ha assicurato piena collaborazione, consegnando anche il sistema Scada. Ma per sapere cosa abbia accusato la strage dei sette tecnici del ventre di Bargi ci vorranno mesi.
I funerali
Dopo una sommaria ricognizione, non c’è stato bisogno di nessun esame autoptico: le salme di Pavel Petronel Tanase, Mario Pisani, Vincenzo Franchina, Paolo Casiraghi, Alessandro D’Andrea, Adriano Scandellari e Vincenzo Garzillo possono essere celebrati. Martedì, Sinagra, in provincia di Massina, dirà addio a Franchina, 36 anni, la vittima più giovane.
La centrale
Bargi era la centrale idroelettrica – che generava quindi energia pulita – più grande d’Italia: la sua assenza si sentirà e bisognerà trovare via alternative per sopperire. E tanti anche i posti di lavoro in una zona, l’Appennino, che non offre certamente molte alternative.
La qualità dell’acqua di Suviana
Più volte in questi giorni si è parlato di un pericolo di inquinamento dell’acqua del bacino che non alimentava le turbine di Bargi (l’acqua arrivava dal Brasinome che sta piùin alto) ma nella quale la centrale è immersa. Suviana però alimenta la rete potabile di Bologna e provincia. “Non ci sono elementi di preoccupazione”, ha assicurato Arpa pochi giorni fa. L’acqua viene comunque monitorata in continuazione: perdere questa enorme riserva idrica sarebbe un problema enorme in vista dell’estate che sarà, come ormai sempre, rovente.
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro