Tram Bologna, commercianti con l’acqua alla gola: "I cantieri ci sommergeranno dal 2022"

Prima i lavori sul Pontelungo (da metà gennaio), poi la linea tranviaria. I negozianti della zona sono preoccupati: "A noi non pensa nessuno"

Mirko Carpanelli, Santo Monticelli, Clotilde Pirondelli e Franco Casarini

Mirko Carpanelli, Santo Monticelli, Clotilde Pirondelli e Franco Casarini

Bologna, 30 dicembre 2021 - La titolare de ‘La Fiorita’ esce dal proprio negozio, nonostante il freddo, e indica il marciapiedi di fronte alla vetrina: "Vede, lì porteranno via almeno una decina di centimetri. Faranno la corsia per i bus, quella per il tram, mentre ai cittadini non ci pensa nessuno. E io come dovrei consegnare i fiori, lanciandoli dalla vetrina in stile drive-in?". Quando si parla del tram, a Borgo Panigale, da anni ormai le risposte dei bolognesi sono molto simili: da chi si lascia scappare qualche ‘nome’, a chi rivendica l’utilità di un referendum messo da parte, fino a chi proprio non ne vuole più sapere nulla. La partita a scacchi del Passante, poi, è arrivata agli ultimi pezzi, e con la realizzazione della ‘linea rossa’ che simultaneamente si avvicina sempre di più, la viabilità a Bologna nel 2022 sembra destinata a vivere la sua rivoluzione. L’anno che verrà è pronto a passare alla storia come quello dei cantieri. LA VIABILITÀ Arrivando sul Pontelungo spicca subito un cartello giallo: dal 13 gennaio, i cittadini di via Emilia Ponente e di tutto Borgo Panigale si preparano infatti a vivere la prima ‘scossa’ agli spostamenti a cui sono abituati ogni giorno. Si tratta dei lavori di riqualificazione della struttura, con il ponte che non sarà mai completamente chiuso al traffico, ma vedrà modifiche alla circolazione significative tra sensi unici, limiti di 30 chilometri orari e divieto di accesso ai mezzi pesanti. I bus, i veicoli di pronto soccorso e gli operatori della raccolta rifiuti continueranno ovviamente a circolare, con la paura però che la mobilità in zona possa congestionarsi. "Ma lei ha visto la strada qui di fronte? – incalzano dal bar ’Note di caffè’ di via Marco Emilio Lepido, dove però quasi nessuno vuole dire qualcosa –. Cambierà tutto... lei se lo immagina un tram qui in mezzo?". LE VOCI In pochi, in effetti, hanno voglia di parlare davvero: "Il tempo per dire qualcosa c’è stato e lo abbiamo fatto – commenta il parrucchiere Franco Casarini –, ma non siamo stati ascoltati. Ora i giochi sono chiusi e, ancora una volta, noi cittadini possiamo solo restare a guardare". Il pensiero va alle tante battaglie promosse dai comitati, fino al referendum sul progetto mai andato in porto, stoppato anche dalla pandemia, che ha ostacolato e non poco la raccolta firme. "Noi commercianti ci troviamo soltanto di fronte alle cose fatte", sottolinea deluso il tabaccaio Santo Monticelli. "E in fin dei conti non abbiamo voce – aggiunge il barista Mirko Carpanelli –. Purtroppo chi prende le decisioni è completamente distante dalla nostra realtà: i politici non si rendono conto di cosa significa vivere in questa zona". LA RABBIA La fioraia Clotilde Pirondelli, dopo aver mostrato il marciapiedi destinato all’esproprio, rincara la dose: "Il tram non lo vuole nessuno, non c’è più neanche bisogno di dirlo, ma una cosa voglio sottolinearla: con la pandemia abbiamo visto tanti stravolgimenti, e oggi si parla di un maxi-investimento per una tranvia, in un periodo dove regna il distanziamento e tutti evitano i luoghi affollati. Ci sarebbero altre priorità verso cui collocare quei soldi, a cominciare dalla Sanità". Le grandi infrastrutture sono inevitabilmente finite al centro dell’uragano: si è visto con il Passante, dalle trincee per l’approvazione in Comune allo sconforto dei bolognesi a cui il Carlino ha dato parola. I MAXI CANTIERI Per l’allargamento di autostrada e tangenziale manca la Conferenza dei servizi, poi si partirà con gli espropri e il progetto entro la fine del 2022. Sul tram, una data certa per l’inizio dei cantieri non c’è: la gara di appalto tra quattro proposte è tuttora in corso e la prospettiva è, sulla falsa riga del Passante, quella di vedere i lavori partire già alla fine dell’anno ormai alle porte. Al massimo nel 2023. Le grandi opere che per decenni sono soltanto aleggiate nei sogni (o negli incubi) dei bolognesi, insomma, stanno per prendere vita concretamente. In un 2022 che, più che in cantiere, ormai è già arrivato.

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