Tram a Bologna, gli espropriati: banche, edicole e suore

Il passaggio della linea Rossa coinvolge marciapiedi, cortili e terreni. Ai bolognesi quasi quattro milioni di euro di indennizzi

Il rendering del passaggio del tram in via Indipendenza, come previsto dal percorso

Il rendering del passaggio del tram in via Indipendenza, come previsto dal percorso

Paolo Rosato

Ci sono anche un frutteto di Coop Alleanza, la Congregazione delle suore minime dell’Addolorata e la parrocchia di San Donnino tra i proprietari espropriati dai cantieri della linea Rossa del tram. La lista è lunga – viene fuori da un’interrogazione di Francesca Scarano, capogruppo in Comune della Lega – e ovviamente tiene insieme anche tanti privati cittadini, che a causa delle contiguità delle loro proprietà con il percorso della Rossa, che andrà da Borgo Panigale al Caab passando per il centro, vedranno alienati i loro beni. Nella maggior parte dei casi però, come spiega lo spesso Comune rispondendo alla consigliera, "gli espropri interesseranno porzioni limitate di proprietà privata che già ricadono in ambiti a uso pubblico, come ad esempio marciapiedi antistanti a edifici privati – si legge –. Alcune proprietà saranno invece oggetto di asservimento per l’apposizione di ganci, altre saranno interessate da occupazioni temporanee necessarie a svolgere le attività di cantiere".

Tornando all’identità degli espropriati, le indennità di esproprio dei ‘beni alienabili’ arrivano in totale a 3 milioni 267mila 723 euro. Cumulando anche le occupazioni temporanee e gli ‘asservimenti’, si aggiungono altre 700mila euro. Assieme ci sono poi tutti gli esproprie dei beni ‘non alienabili’, tra i quali figurano perlopiù proprietà di Anas, del Demanio e del Comune di Bologna. L’indennità più alta secondo la scheda di Palazzo d’Accursio viene accordata a due aree seminative che diventeranno deposito, proprietari Cati Srl, Coop Ccc ed Edilnova Srl, valori di 517mila euro e 800mila euro. Poi ci sono un paio di banche (Cassa di Risparmio di Bologna e Monte dei Paschi), Unicredit Leasing, l’Autostazione, la Fiera di Bologna, la Gelateria San Donato, l’Istituto autonomo per le Case popolari e il Caab. Alla parrocchia di San Donnino, minimimante toccata (il giardino viene lambito sia dai lavori del tram sia dai lavori del Passante), vengono destinati come indennità 270 euro. Espropriati anche l’edicola Terza Pagina e le suore minime dell’Addolorata, che però in cambio della loro porzione di terreno avranno quasi 21mila euro di indennità per una superficie di oltre 5mila metri quadrati. Diverso il regime per le aree del patrimonio comunale, che non vengono indicate nell’elenco particelle attualmente pubblico, come spiega il Comune, sono prevalentemente mappali su cui già oggi insistono strade oppure marciapiedi, o ancora "aree che saranno soggette principalmente a interventi di sistemazione per realizzare nuovi parcheggi o riqualificare parcheggi esistenti, da includere tra quelli destinati alla sosta pubblica, di costruzione di sottostazioni elettriche e di riqualificazione urbana".

La leghista Francesca Scarano però vuole vederci chiaro, la mente corre subito al Passante che come il tram dovrebbe vedere i primi cantieri l’anno prossimo. "Il parallelismo è inevitabile se si pensano a tutti gli espropri che verranno avviati per il Passante e se si guardano le carte relative agli espropri per la prima linea Rossa del tram. Un elenco di circa 19 pagine che riportano nomi di cittadini ma anche società, fondazioni e comunità religiose. Al di là dei metri quadrati e dell’indennità corrispondente, queste procedure – sottolinea la capogruppo – non solo rappresentano un forte impatto sulla città ma per ognuno dei nomi elencati (così come per il Passante) vuole dire affrontare situazioni burocraticamente stressanti in nome di un’opera pubblica che ancora oggi suscita davvero tante perplessità. Purtroppo non esiste a Bologna una politica di mobilità, si va a tentoni: prima il Civis (con uno sperpero di denaro pubblico davvero imponente), poi il tram e chissà altro ancora".

 

 

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