Uccisa e fatta a pezzi, è caccia ai complici

La tragedia di Emma: prelevate tracce biologiche sull’auto del fidanzato-killer per eventuali comparazioni. L’ipotesi dei tre cutter

Emma Pezemo, origini camerunensi, aveva 31 anni ed era studentessa dell’Alma Mater

Emma Pezemo, origini camerunensi, aveva 31 anni ed era studentessa dell’Alma Mater

di Nicola Bianchi

Parte della verità sulla tragedia di Emma Pezemo potrebbe arrivare dalla Toyota Yaris di Jacques Honoré Ngouenet, il fidanzato della studentessa camerunense uccisa e fatta a pezzi la notte tra l’1 e 2 maggio. L’inchiesta di Procura e squadra Mobile va avanti e mercoledì si è arricchita di un ulteriore tassello con un accertamento non ripetibile sulla vettura finalizzato alla repertazione di tracce di natura biologica. Rilevazioni anche per un’ipotesi di comparazione. Perché il pubblico ministero Flavio Lazzarini non vuole lasciare nulla al caso e chiarire fino in fondo se l’assassino di Emma, poi suicida, possa essere stato aiutato in qualche modo. Prima, nell’organizzazione del massacro, o durante lo stesso. Ipotesi, al momento, con un’inchiesta che resta aperta con il solo Ngouenet iscritto per omicidio, distruzione e occultamento di cadavere. L’orrore. Dalle 22.15 di sabato primo maggio e fino alla mezzanotte passata, l’ex sergente capo dell’esercito del Camerun, "disertore – così una nota del Governo africano – di moralità poco raccomandabile e più volte sanzionato per gravi mancanze della disciplina, dell’onore e della moralità militare", avrebbe lavorato sul corpo della povera Emma, 31 anni, con la quale aveva una relazione da qualche mese. Tagliando e sezionando, con uno o più utensili affilati, quei poveri resti poi buttati nei cassonetti di fronte all’armeria Rinaldi, in viale Togliatti. Piegato sulle ginocchia, come dimostrano i lividi evidenziati dall’esame autoptico e nascosto alla vista degli automobilisti. Uno o più cutter – tre a quanto parrebbe – quelli utilizzati nella carneficina, poi ritrovati nei cassonetti. Si continua a lavorare per capire come e dove la ragazza sia stata uccisa, con ogni probabilità strangolata. Perché il sangue trovato in viale Togliatti non era abbastanza da giustificare una tale macelleria.

Autopsia. I risultati dell’autopsia – anche alla luce di una presunta gravidanza – arriveranno i primi di luglio, così come quelli relativi agli accertamenti sulla Toyota Yaris. "Accertamenti tecnici – si legge nell’atto – finalizzati alla repertazione di tracce di presunta natura biologica". "Continuiamo ad osservare tappa dopo tappa – spiega l’avvocato della famiglia di Emma, Gabriele Bordoni – perché qualora vi fosse il coinvolgimento di terze persone, ancora oggi a piede libero, la tragedia assumerebbe contorni ancora più incomprensibili. Pensare che qualcuno possa aver aiutato quell’uomo, è ancora più inquietante". Da capire ancora il movente dell’orrore. Intanto ieri a Douala, in Camerun, è stato celebrato il funerale di Emma, riportata a casa dalla sua mamma.

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