Ustica, 40 anni dopo è scontro sulla verità

L’affondo di Giovanardi: "Ecco gli atti, fu un ordigno a bordo". Bonfietti (Associazione vittime): "Le sentenze civili parlano chiaramente"

Il Dc-9 Itavia è precipitato alle 20,59 del 27 giugno 1980

Il Dc-9 Itavia è precipitato alle 20,59 del 27 giugno 1980

Nemmeno 40 anni hanno spento la polemica sulla strage di Ustica. Vero, manca ancora un ampio pezzo di verità. Mancano i colpevoli, chi ha voluto quell’insensata carneficina. Ma soprattutto cosa l’ha provocata, con sentenze penali e civili che parlano, ad oggi, lingue diverse. Così, con un nuovo fascicolo penale aperto a Roma, arricchito di un nuovo importante elemento (la frase "guarda, cos’è?" detta da uno dei piloti prima di morire), e parte del giudizio civile ancora da completarsi, resta accesissimo lo scontro. Da una parte il ’partito’ dell’esplosione a bordo, la bomba, dall’altra quello dell’evento esterno, un missile o uno schianto con un aereo militare.

"La verità la conosciamo – dice Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti vittime della strage –. Sappiamo che in Italia è stato abbattuto un aereo civile in tempo di pace, non sappiamo ancora da chi. Ma lo sapremo quando il nostro Paese avrà la forza di chiedere le risposte ai Paesi amici ed alleati che ancora non ce lo dicono". Ci sono le sentenze, aggiunge, "che affermano che il DC9 è stato abbattuto" e il frammento di audio oggi decriptato "è una conferma".

Tesi opposta quella dell’ex senatore Carlo Giovanardi, che parla di "bugie" della Bonfietti, e che ieri, in una conferenza a Roma, ha reso pubblici stralci degli atti da lui visti nel 2016 quale membro della Commissione Moro. Atti secretati sulle comunicazioni dei nostri servizi segreti da Beirut poco prima del 27 giugno 1980 e che conterrebbero, a suo dire, l’escalation di minacce dell’Fplp all’Italia. "C’è una tesi – spiega – che vuole convincere gli italiani che le nostre forze armate sono fatte tutte di traditori e che i nostri alleati sono quelli che ci hanno ammazzato tante persone". Bisogna, invece, "andare a prendere il processo penale durato 4 anni", al termine del quale "i generali dell’Aereonautica sono stati assolti perché non hanno mai depistato e viene scritto che la battaglia aerea è fantascienza. Mai esistito un missile". Sottolinea ancora che "i più importanti 11 periti aeronautici del mondo, hanno determinato con assoluta certezza dov’era la bomba a bordo, dove è esplosa, i danni". Quarant’anni di "bugie e di giornalismo cialtrone", affonda l’ex senatore, che ricorda i procedimenti civili, "dove si parla della teoria del missile fondandola sul rinvio a giudizio del giudice Priore. Come se dicessimo che Tortora era uno spacciatore basandoci solo sul suo rinvio a giudizio. Ma Tortora è stato assolto". Accanto a Giovanardi, c’era Giuliana Cavazza, figlia di una delle 81 vittime: "Non credo che lo Stato debba essere responsabile dei risarcimenti quando non è colpevole. E noi familiari veniamo risarciti da oltre 30 anni, con una pensione".

A replicare a Giovanardi è Paolo Bolognesi, presidente Associazione delle vittime del 2 agosto e nella commissione Moro 2 con lo stesso ex senatore: "Le sue sono tesi folli – chiosa –, evidentemente ha letto altre carte o è un visionario. Se parliamo delle stesse, dei documenti secretati su Ustica e Bologna, quella roba non c’è, non esiste. Balla colossale tra l’altro coperta da segreto di Stato".

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