Via Capo di Lucca, i collettivi tornano a occupare

Gli studenti vicini a Labàs hanno invaso lo stabile Asp già preso di mira nel 2017. Nel pomeriggio blitz di Cua in rettorato

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Sono arrivati di buon mattino e hanno occupato lo stabile di proprietà dell’Asp che da almeno dieci anni era disabitato. Tranne per una breve parentesi di occupazione, quasi esattamente cinque anni fa, durata 20 giorni e culminata con uno sgombero il 30 ottobre 2017.

È quanto accaduto in via Capo di Lucca 22: negli otto appartamenti dello stabile di 700 metri quadrati si sono insediati ieri gli attivisti del collettivo universitario vicino a Labàs ’Luna’ (Laboratorio universitario d’autogestione). Motivo, puntare il dito contro l’emergenza abitativa, soprattutto per studenti e precari "che non riescono a stabilirsi in città". La palazzina è ora in vendita "nel piano di alienazione 2021-2023", fanno sapere dal collettivo, che l’ha ribattezzata ’Casa vacante’; impedire questa vendita è una delle priorità degli occupanti. I quali sostengono che le misure prese da Comune e anche Università per fare fronte all’emergenza non siano sufficienti: "Lo stop alla vendita delle case Acer, l’istituzione di contratti d’affitto a canone concordato e il contributo affitti non sono sufficienti: la città sta diventando delle piattaforme Ryanair e Airbnb".

In risposta all’occupazione, il sindaco Matteo Lepore afferma: "Noi prima di tutto chiediamo alle persone di uscire, poi dopo si vedrà. Ci occuperemo di questa occupazione nello stesso modo adottato con tutte le altre". Benché, precisa, "questo non significhi che il tema della casa non sia una questione all’ordine del giorno per noi. La vicesindaca Emily Clancy sta lavorando bene e in modo importante sul tema, abbiamo messo in campo in questo primo anno misure e risorse inedite nella storia della città". Il primo cittadino si auspica però "un piano nazionale: il prossimo governo prenda ul serio la questione abitativa nelle grandi città, soprattutto universitarie". Un suggerimento da parte sua è non scartare "la proposta del Pd di un piano casa da 500mila nuovi alloggi popolari". E il rettore dell’Unibo Giovanni Molari: "Ci vogliono soluzioni a livello nazionale, in particolare sul contenimento di tutte le case che sono utilizzate come bed and breakfast. Stiamo lavorando di concerto con la città e nelle altre sedi del Multicampus per affrontare questo problema oggettivo, che richiede soluzioni innovative". Prosegue: "Quest’anno abbiamo già fatto interventi in tal senso, come introdurre nel piano edilizio nuovi studentati, offrire un contributo per 600 studenti di mille euro ciascuno per venire incontro a una fascia Isee più bisognosa. Stiamo lavorando a un piano".

L’occupazione ha poi acceso la polemica dell’opposizione: Stefano Cavedagna, capogruppo di Fd’I in Comune, punta il dito contro la "dilazione della concessione a titolo gratuito di Vicolo Bolognetti a Labàs, nonostante abbia decine di migliaia di euro di pagamenti di utenze arretrate", mentre dalla Lega tuona Francesca Scarano: "Non vi è strategia né competenza nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico da Asp e Comune. Ma non si possono tollerare le occupazioni né ostacolare i privati che decidono di acquisirli e ristrutturarli".

Nel frattempo come annunciato, ieri gli attivisti del Cua hanno fatto irruzione in Rettorato con striscioni e megafoni durante AlmaFest, "rivendicando case e spazi" per gli studenti al grido di "buffoni".

red. cro.

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