Viaggio tra gli studenti: "Bambinata da evitare"

Critiche alla protesta: "Fatta solo per creare disordine, un errore" .

Vicino all’uscita dell’Istituto d’istruzione superiore Belluzzi Fioravanti, su una delle recinzioni in ferro, con un pennarello indelebile nero c’è scritto: "Ribellarsi è giusto". Il clima, però, dopo il tentativo di occupazione divenuto poi di ribellione e devastazione da parte degli studenti, non è dei migliori. Ancora si contano i danni e sono pochi gli alunni a scuola, dopo che il blocco centrale – dove risiedono la maggior parte delle classi e più di metà scuola – è stato reso inagibile. "Un bambinata che potevano risparmiarsi", attacca Rida El Arami, 19 anni, studente di quinta. Gli fa eco l’amico Francesco, anch’egli di 19 anni: "Hanno sbagliato a interpretare l’idea di occupazione e l’hanno usata come scusa per non fare lezione".

Per i due studenti, inoltre, quanto successo lunedì è "l’ultima tra le nostre preoccupazioni", dicono, perché questa ‘bambinata’, come la chiamano loro, avrebbe potuto costargli l’accesso all’esame di Stato e la bocciatura immediata, oltre alla sanzione di tipo penale. I ragazzi più piccoli, a cui viene attribuita la colpa, "non hanno idea di come fare un’occupazione fatta bene e idealmente giusta. Lo hanno fatto per creare disordine", aggiunge Rida raccontando il momento del fatto: "Noi eravamo lì che osservavamo, i nostri docenti ci hanno consigliato di non intervenire".

Anche Davide, 18 anni e studente di quarta che tre anni fa ha fatto parte della sicurezza di un’altra occupazione all’interno dell’Istituto, conferma la versione dei due ragazzi precedenti. "Chi ha distrutto la scuola non si è fatto del bene" e racconta di quanto siano cambiate le cose in soli 4 anni che lui è all’Iis: "Quando ho iniziato questa scuola eravamo in pieno periodo Covid, ma era tutto più gestibile perché i ragazzi che c’erano erano un po’ più maturi. Ora questi ragazzini ribaltano la scuola per moda".

Davide chiude con un aneddoto che gli hanno raccontato riferito all’arrivo della Digos sul posto: "Un alunno avrebbe detto ’lei pensa di entrare qui dentro?’ a un poliziotto, mentre un’altra agente riprendeva chi lanciava i banchi giù dalla finestra". Il caos è iniziato non appena il preside si è opposto all’occupazione, e questa è stata la loro risposta: "Dei ragazzi sono entrati dal blocco centrale rompendo il vetro con calci e pugni e da lì hanno aperto molti estintori, infatti era tutto pieno di polvere e sporco", raccontano Sasha e Rebecca, due giovani studentesse. In generale, gli studenti intervistati sono tutti d’accordo: "Chiunque sia stato ha sbagliato".

Giovanni Di Caprio

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